Epifania: card. Betori (Firenze), “la missione cristiana non è conflitto con l’uomo e le sue aspirazioni, ma svelamento delle sue attese più autentiche”

“Di Cristo, luce della ricerca dell’uomo, sentiamo particolarmente bisogno nel nostro tempo, in cui lo stesso concetto di verità sembra essere soffocato sotto le troppe opinioni che vi rinunciano programmaticamente, perché la verità – così in molti ritengono –, con la sua assolutezza, porterebbe con sé l’intolleranza. Ma questo è del tutto lontano dalla verità cristiana, dal momento che la fede ci aiuta a scoprire nel volto di Dio l’assoluta identità di Verità e di Amore”. Lo ha detto ieri il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’omelia della messa celebrata in cattedrale per la solennità dell’Epifania.
“Rinunciare alla verità assoluta non assicurerebbe peraltro quella convivenza tollerante che alcuni vorrebbero opporre alla fede cristiana, lasciando di fatto spazio alla concorrenza conflittuale dei desideri, molteplici e divergenti, ma soprattutto significherebbe dover rinunciare da parte dell’uomo all’aspirazione più alta di sé, a quel trascendimento che si trova inscritto nel suo essere, nella sua stessa ragione, e che nessuna sofisticata manipolazione delle coscienze potrà mai annullare – ha osservato il porporato -. A questo punto non resta che scegliere tra una delle tante varianti ideologiche che l’uomo si fabbrica da sé e la rivelazione che Dio fa di sé stesso, aprendoci a un tempo il suo e il nostro mistero; scegliere tra un umanesimo ateo, e alla fine nichilista, e il vero umanesimo che trae alimento dall’uomo-Dio Gesù, immagine perfetta del Padre”.
Gesù “Bambino è venuto per tutti ed è per tutti luce del mondo. La dimensione missionaria non si aggiunge in seguito alla presenza del Salvatore, ma la connota fin dall’inizio e la trasmette anche agli inizi della Chiesa, mandata a fare discepoli tutti i popoli e a battezzare tutti gli uomini”. Per il cardinale, “questa consapevolezza e questo slancio missionario hanno bisogno di essere oggi rinnovati con convinzione nelle nostre comunità, sia nel sostenere l’annuncio del Vangelo e la crescita di nuove Chiese nel mondo, sia nel prendere coscienza che anche tra noi è tempo di una rinnovata missione, verso coloro che non hanno mai conosciuto Cristo, o perché giunti tra noi da nazioni e culture lontane o perché figli di una società che ha cancellato i segni della fede dalla sua cultura e non ne ha trasmesso la conoscenza alle nuove generazioni”.
Di qui l’invito a “interrogarci su come rendere in tal senso più trasparenti ed efficaci i modi con cui il Vangelo viene testimoniato come fattore di novità per il mondo nelle forme del servizio della carità ma anche in quello della elaborazione culturale”. Questo perché siamo convinti che lo splendore della gloria di Dio” è “capace di gettare una luce nuova oltre l’impossibile delle tenebre umane, non perché annulla l’umano ma perché lo rivela nella sua identità più vera. In tal senso la missione cristiana non è conflitto con l’uomo e le sue aspirazioni, ma svelamento all’uomo delle sue attese più autentiche e del dono, il Cristo Gesù, che le soddisfa in pienezza”.

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