Scuola: Treu (Cnel), “criticità del sistema formativo causano mismatch domanda-offerta lavoro”

“Forti divari territoriali, alto tasso di dispersione e abbandono scolastico, deficit nelle competenze di base con punte più alte nelle Regioni del Sud, influenza dell’origine socio-economico e culturale”. Sono alcune delle criticità del sistema di istruzione e formazione italiano, peraltro all’origine del mismatch tra domanda offerta di lavoro, che impattano in maniera significativa sull’economia, emerse dall’audizione al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) dei presidenti di Invalsi e Indire, Roberto Ricci e Cristina Grieco.
“Affrontare e risolvere queste gravi mancanze, che vedono l’Italia penalizzata rispetto ad altri Paesi europei, significa agire lungo tutto il percorso di istruzione dalla scuola primaria all’università”, ha affermato il presidente del Cnel, Tiziano Treu, secondo cui “per superare le criticità del sistema formativo, la scuola necessita della partecipazione dell’intera società, in un approccio coerente e solidale”. “Non è una questione solo di infrastrutture materiali”, ha spiegato il presidente del Cnel: “In questa ottica, le risorse del Pnrr potrebbero rappresentare un’occasione imperdibile anche per consolidare i Patti educativi di Comunità. Con questo spirito, il Cnel ha chiamato a raccolta le parti sociali per una riflessione che vede la scuola come presupposto per la costruzione dei lavoratori e, prima ancora, dei cittadini del futuro. La nostra proposta è la costruzione di adeguati percorsi e strumenti di orientamento già a partire dal primo ciclo di istruzione”.
“Le risorse della Missione 4 del Pnrr, ‘Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado’, che stanzia 1,5 miliardi di euro per il monitoraggio dei divari territoriali e la riduzione dei gap sull’acquisizione di competenze di base, non devono essere sprecate”, ha aggiunto Treu, per il quale “serve con urgenza una strategia che veda fianco a fianco le istituzioni scolastiche centrali e territoriali e le parti sociali. Il punto, tuttavia, è quello di evitare una dispersione di preziose risorse” anche perché “molti istituti registrano carenze nelle competenze progettuali. In questo caso lo strumento della co-progettazione col Terzo settore potrebbe arginare il rischio di una errata allocazione di risorse grazie a un confronto costante con gli attori del privato sociale e con gli enti locali”.

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