Elezioni: mons. Nerbini (Prato) invita ad una partecipazione “diretta, qualificata e consapevole”

Un invito alla partecipazione “diretta, qualificata e consapevole” in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre, perché solo così “è sicuramente possibile cambiare in meglio anche le realtà più compromesse”. A lanciare questo appello è il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, attraverso una lettera aperta indirizzata ai fedeli, ma anche a tutti i pratesi, affinché non prevalga l’indifferenza e la rinuncia ad una presa di posizione, che non renderebbe “la realtà in cui viviamo migliore” e non contribuirebbe “a creare condizioni nuove e a vincere sfide che ci stanno di fronte”.
Il testo di Nerbini affronta tre emergenze. La prima riguarda “lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e l’inquinamento causa dei cambiamenti climatici”. Il secondo punto è dedicato alla crescita delle povertà a livello mondiale. In particolare si evidenzia che Prato, prima di altre parti d’Europa, ha vissuto “l’esperienza delle conseguenze più gravi e dolorose di una globalizzazione che troppo spesso è stata spinta nella direzione di una massimizzazione dei profitti a scapito della dignità del lavoro”. Per superare tutto questo servono politiche innovative che mettano alle spalle “logiche egoistiche e nazionalistiche” ma soprattutto che sappiano mettere al centro della loro azione la ricerca di un lavoro dignitoso che permetta al lavoratore di vivere “una esistenza normale e la realizzazione delle aspirazioni più profonde, come quelle di avere una famiglia”.
La terza emergenza riguarda la guerra: “noi non ci accontentiamo di vedere la guerra cessare. Vogliamo la pace, la vogliamo costruire, per tutti i popoli, per ogni uomo”. Come ha fatto in passato, mons. Nerbini è tornato a parlare della costruzione e del commercio di armi, definiti “inaccettabili e immorali”.
Nella lettera il vescovo Giovanni chiede agli elettori di aiutare i partiti “a mettere a fuoco le varie e vere problematiche, rifuggendo le soluzioni facili e accomodanti”, ma anche quelle egoistiche che non perseguono il bene comune, “che riguarda tutti senza esclusioni e senza discriminazioni”.

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