Corpus Domini: mons. Morrone (Reggio Calabria), “solo un pane spezzato, un’esistenza donata può aprire sentieri nuovi di condivisione”

“L’Eucaristia è una continua denuncia della nostra cultura privatistica e familista che fatica a comprendere il senso vitale e prezioso del bene comune a livello sociale e politico, non ultimo ecclesiale”. Lo ha detto ieri mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, celebrando in cattedrale la messa nella solennità del Corpus Domini. “L’Eucaristia – ha detto mons. Morrone – è il pane dei pellegrini, e noi tutti, in cammino dietro Gesù, siamo chiamati ad imparare ad assumere relazioni amative, eucaristiche corpo a corpo, nella misura alta del suo gesto pasquale che apre i nostri miopi e autoreferenziali occhi sulle reali necessità e attese degli uomini mendicanti di pane in questo nostro mondo, molte volte desertificato da interessi egoistici, sociali, nazionali, culturali, politici che affamano e schiavizzano milioni di persone, anche nel nostro territorio”. Ricordando che “nello spezzare il pane eucaristico annunciamo la morte del Signore”, per mons. Morrone “per questo motivo possiamo proclamare la sua risurrezione di modo che in noi sia frantumata e vinta ogni morte, ogni chiusura, ogni cattiveria, ogni avido e prepotente dominio sulle persone”. È questo “spezzarsi-morire a sé che rende fragrante la sua e la nostra umanità e già ora profuma di resurrezione”. Infatti – ha concluso mons. Morrone – “solo un pane spezzato, un’esistenza donata può aprire sentieri nuovi di condivisione, avviare e moltiplicare come per gemmazione processi di giustizia, di equità, di fraternità perché nessuno sia privato della linfa vitale dell’amore”.

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