Chiesa nel digitale: Ruffini (Dicastero per la Comunicazione), “il web ci permette di essere in ogni luogo, ma può portare a “non-luoghi dove le relazioni sono fragili”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Sappiamo che mai il virtuale potrà sostituire la bellezza degli incontri a tu per tu. Ma il mondo digitale è abitato e va abitato da cristiani”. Lo scrive Papa Francesco nella prefazione al libro “La Chiesa nel digitale”, curato da Fabio Bolzetta per Tau editrice e presentato, questa mattina, presso la Sala Marconi a Palazzo Pio, a Roma. Un volume nato dall’esperienza dei 150 video tutorial dell’Associazione Webmaster Cattolici italiani (WeCa).
La consapevolezza di “fare rete” è stata sottolineata da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione. “Da un lato i social possono facilitare i rapporti umani ma dall’altro possono portare ad un’ulteriore polarizzazione tra individui e gruppi”. Il web, secondo Ruffini, “ci permette di essere in ogni luogo, riesce a riscattare le periferie dalla marginalità, a creare uno spirito critico e partecipativo”, ma è allo stesso tempo, così “disincarnato da ridurre tutto ad un dualismo feroce, quello del ‘mi piace/non mi piace’, ‘ti aggiungo/ti cancello'” e, dunque, rischia di portare verso l’affermazione di “non-luoghi dove le relazioni sono fragili se non addirittura assenti”. L’obiettivo della comunicazione, ha spiegato, è quello di “unire mondi divisi, enfatizzare ciò che ci unisce”. Un “libro prezioso”, quello di Bolzetta, ha sottolineato Ruffini perché spiega che per abitare un mondo così mutevole come quello digitale si deve essere consapevoli che “tocca agli uomini e alle donne di buona volontà guidarlo verso il bene”. La parola chiave secondo Ruffini è “condividere”. Farlo, come racconta “La Chiesa nel digitale” con “relazioni e progetti, luoghi e incontri, mettere dunque in contatto le persone e far rinascere in loro la propensione al dono”.

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