Papa Francesco: oggi l’udienza finale con i 32 delegati dei popoli Métis, Inuit e First Nations 

E’ il giorno atteso dell’incontro finale tra il Santo Padre e le delegazioni dei popoli indigeni del Canada. Ci sono gli “anziani”, “i custodi della conoscenza”, i “sopravvissuti” e i giovani canadesi, insieme ai rappresentanti dei vescovi cattolici canadesi. 32 delegati in rappresentanza dei First Nations, Métis e Inuit. Arrivati a Roma il 28 marzo, sono stati privatamente ricevuti nei giorni scorsi dal Santo Padre. In questi incontri i delegati hanno potuto dire al Papa le loro attese e le loro richieste e alcuni dei sopravvissuti alle “scuole residenziali” hanno potuto raccontare le loro storie. Oggi, l’udienza finale con tutti si svolgerà nella Sala Clementina. Secondo le informazioni date dalla conferenza episcopale canadese, sono 17 i delegati dei Métis; 15 degli Inuit e 30 delle First Nations. Sono accompagnati da 6 delegati della Conferenza episcopale canadese guidati dal presidente dei vescovi mons. Raymond Poisson. Nei giorni scorsi, i delegati hanno donato al Papa un paio di mocassini come segno del desiderio di camminare insieme nel lungo percorso di “guarigione, riconciliazione e verità”. Al centro dei colloqui la drammatica storia delle “scuole residenziali” istituite nel passato per cancellare la cultura, l’identità, la spiritualità e la lingua dei popoli indigeni. Circa 150 mila bambini delle Prime Nazioni, Métis e Inuit furono strappati alle loro famiglie e obbligati a frequentare una di queste 139 scuole distribuite in tutto il Paese. Si stima che almeno 4 mila di questi bambini e adolescenti trovarono la morte a causa di malattie, fame, freddo ma anche a seguito di abusi subiti. Questa pagina della storia canadese è emersa in tutta la sua tragedia lo scorso anno quando, a più riprese e in punti diversi, attorno a queste scuole, sono state rinvenute delle tombe, anonime purtroppo, con i resti dei corpi di questi bambini. Ieri, Chief Rosanne Casimir, una delle rappresentanti delle First Nations, ricevuti in udienza privata, ha chiesto a Papa Francesco l’accesso ai registri e ai documenti in possesso della Chiesa cattolica per poter risalire all’identità dei bimbi scomparsi.

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