Sicurezza: Viminale, nel 2021 cresciuti del 15,7% gli atti intimidatori contro gli amministratori locali. Il 20% dei casi via social e web

Anche nel 2021 il trend a livello nazionale degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali ha registrato un aumento rispetto all’anno precedente. In particolare, a livello nazionale l’incremento è stato pari al 15,7% rispetto al 2020, con 722 episodi di intimidazione registrati nel 2021 rispetto ai 624 del 2020.
Dal Report, curato dal Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale della Polizia criminale, emerge che sono i sindaci i principali destinatari degli atti intimidatori nei confronti di amministratori locali mentre si fa sempre più rilevante l’uso dei social network come modalità di aggressione. Il 20% degli episodi intimidatori, infatti, risulta veicolato con tale modalità, “che – si legge nel report – per rapidità di comunicazione e ampiezza di diffusione genera un’immediata delegittimazione personale”. Per quanto riguarda, invece, la distribuzione territoriale del fenomeno, la Lombardia (da 65 nel 2020 a 105 nel 2021), la Campania (da 69 a 77) e la Calabria (da 51 a 73) sono le regioni con il maggior numero di episodi. Con riguardo alle province, Torino (da 24 a 43), seguita da Milano (da 20 a 41) e Napoli (da 33 a 38), sono quelle con più casi rilevati.
Nel 2021, poi, si legge nel report, il 29% degli atti intimidatori è riconducibile complessivamente a tensione politica e sociale. Anche il sentiment “no green pass” ha trovato esternazione in talune circostanze attraverso forme di intimidazione nei confronti degli amministratori pubblici.

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