Brasile: allarme alla sessione del Consiglio Onu per i diritti umani da parte del Consiglio indigeno missionario, “aumenta la violenza contro gli indigeni”

L’aumento delle violenze contro gli indigeni in Brasile è stato denunciato dal Consiglio indigeno missionario (Cimi), di fronte al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, di fronte al quale è intervenuto nel pomeriggio di ieri. Antônio Eduardo de Oliveira, segretario esecutivo dell’organismo, espressione dell’attenzione per il mondo indigeno della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, assicura che “la paralisi sulla demarcazione delle terre indigene rappresenta un vettore per tutte le altre violazioni in corso”.
Le violenze contro i popoli originari e il contesto sociale, politico e ambientale sono state denunciate durante il dibattito generale sulle situazioni dei diritti umani che richiedono l’attenzione del Consiglio.
Contrariamente a quanto previsto, ha affermato il rappresentante del Cimi, la pandemia di Covid-19 non ha impedito ad accaparratori di terre, garimpeiros (cioè i cercatori illegali d’oro), tagliaboschi e altri invasori di intensificare ancora una volta i loro investimenti sulle terre indigene. Nel 2020 “sono aumentate le invasioni e l’esplorazione illegale di due risorse naturali nei territori indigeni, principalmente da parte di tagliaboschi e società minerarie, colpendo almeno 201 terre indigene in Brasile”, ha evidenziato Eduardo. Si tratta del quinto aumento consecutivo registrato nei casi di invasioni di territori, esplorazione illegale di risorse e danni alle cose. “Chiediamo a questo Consiglio di agire con urgenza per fermare queste atrocità in corso contro i popoli indigeni in Brasile – ha concluso Eduardo -. La politica anti-indigena del Governo federale ha esacerbato questo scenario imposto alle popolazioni native del Brasile, comprese le popolazioni indigene libere, o in isolamento volontario”.
La quarantanovesima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è iniziata il 28 febbraio e durerà fino al 1° aprile, a Ginevra, in un formato ibrido. In parte, infatti, si svolge in presenza e in parte in modalità virtuale.

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