Violenza sulle donne: Gruppo Abele, a Torino 1.550 casi nel 2022. “Per cambiare servono interventi politici strutturali”

1.550. Sono, secondo la Questura di Torino, i casi di violenza contro le donne dei primi 10 mesi del 2022. “1.550 volte non sono state offese solo singole persone, ma un’idea di comunità e di società fondata sull’uguaglianza, sulla parità, sul diritto. 1.550 sono stati i passi indietro che tutti abbiamo compiuto e 1.551 quelli che toccherà a tutti fare”, afferma il Gruppo Abele, che lavora ogni giorno contro tutte le manifestazioni di violenza, fisica o psicologica, che generi o meno dipendenza affettiva: accogliendo donne con i propri figli alla ricerca di una situazione protetta; stando al fianco delle vittime di reato o di sfruttamento e tratta nel loro percorso di denuncia o di emersione; garantendo spazi e tempi di autonomia dove le donne, attraverso la conoscenza, la formazione e il lavoro possano realizzarsi. “Siamo tuttavia consapevoli che il nostro intervento sia solo una parte. Perché si generi un reale cambiamento di rotta servono – ed è quello che torniamo a chiedere – interventi politici strutturali – affermano –. I sostegni economici per le vittime che denunciano sono insufficienti e il reddito di libertà, seppure importante, non basta e non copre che una minima frazione del necessario. D’altronde per molte donne la denuncia significa rinunciare a tutto per sé e per i propri figli, perdere la casa, il sostentamento economico, la rete familiare e amicale”. Secondo il Gruppo Abele “c’è da lavorare sui contesti familiari come forma di prevenzione, portando donne vittime e uomini autori di violenza a prendere consapevolezza di quel che sta accadendo e che potrebbe accadere”. In vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel Centro diurno per donne migranti di via Pacini 18 la compagnia EgriBiancoDanza porterà in scena il 23 e 25 novembre la performance Coreofonie #Lesacre, ispirata alla Sagra della Primavera, musicata da Igor Stravinski, che mette in scena un rito sacrificale pagano nella Russia antica all’inizio della primavera, nel quale un’adolescente veniva scelta per ballare fino alla morte con lo scopo di propiziare la benevolenza degli dei in vista della nuova stagione.

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