Pace: mons. Gallagher, “la guerra uno strumento totalmente inadatto a risolvere i conflitti internazionali, in quanto non degno della persona umana”

“Oggi è urgente promuovere un’autentica cultura di pace, basata sulla promozione del dialogo nel rispetto del diritto internazionale, che possa assicurare la pacifica convivenza dei popoli”: lo ha affermato l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali, invitato ieri al ricevimento dell’ambasciatore presso la Santa Sede Choo Kyo Ho per la festa nazionale della Repubblica di Corea. Nel suo discorso per l’occasione, ricorda Vatican News, mons. Gallagher, “considerando l’attuale situazione geopolitica che vede gravemente minacciata la pace nel mondo”, ha evidenziato che la guerra è da ritenere “uno strumento totalmente inadatto a risolvere i conflitti internazionali, in quanto non degno della persona umana e della sua naturale vocazione alla pace”.
Il presule ha ribadito quanto detto da Papa Francesco il 14 settembre scorso al Congresso dei leader religiosi in Kazakistan. La pace “scaturisce dalla fraternità, cresce attraverso la lotta all’ingiustizia e alle disuguaglianze, si costruisce tendendo la mano agli altri”.
Quanto alla Repubblica di Corea, mons. Gallagher ha evidenziato che, dalla sua nascita nel 1948, si è impegnata “a promuovere la libertà e la democrazia, basate sul rispetto della dignità umana e sulla cura del benessere del proprio popolo”. E a proposito delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, instauratesi nel 1963, il presule ha rievocato i contatti religiosi, culturali e personali che ne sono stati alla base e che, “recentemente, hanno avuto il loro culmine nella visita di Papa Francesco in Corea, nel 2014”, e nelle visite del presidente Moon Jae-in in Vaticano, nel 2018 e l’anno scorso.
Il segretario per i Rapporti con gli Stati ha riaffermato, poi, “l’impegno della Santa Sede nella cooperazione con la Repubblica di Corea per raggiungere una pace duratura e una vera armonia sia nella propria Nazione sia nel mondo intero” e ha espresso “gratitudine per il rispetto che lo Stato ha nei riguardi della Chiesa cattolica e del suo contributo alla società coreana, particolarmente nel campo educativo e sociale”. Ha inoltre assicurato che la Santa Sede “accompagna il popolo coreano nel suo cammino verso la pace e lo sviluppo, condividendone ‘gioie e speranze, dolori e ansie’” e che “non manca di sostenere la Corea nelle sue aspirazioni più profonde, a partire dalla riconciliazione e prosperità dell’intera Penisola coreana”. “È noto che Papa Francesco nutre un particolare interesse e affetto per il popolo coreano”, ha proseguito mons. Gallagher. che ha infine rammentato il vivo desiderio del Pontefice “di visitare anche le zone del Nord, qualora gli pervenisse un invito ufficiale da parte delle Autorità”.

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