Diocesi: Terni, per la festa del Preziosissimo Sangue in cattedrale momenti di preghiera e incontri

La parrocchia di Santa Maria Assunta della cattedrale di Terni celebra la festa del Preziosissimo Sangue dal 21 al 26 settembre. La reliquia del Preziosissimo Sangue, una croce pettorale al cui interno sono custodite alcune gocce del sangue di Gesù, fu donata alla chiesa cattedrale nel 1650 dal card. Francesco Angelo Rapaccioli, allora vescovo di Terni. La solennità del Preziosissimo Sangue si lega al territorio ternano grazie ad un’antica storia, che affonda le sue radici nel lontano 1657, quando la popolazione fu colpita da una terribile epidemia di peste che, in poco tempo, causò un elevatissimo numero di morti. L’allora vescovo, mons. Gentili, decise di fare appello alla Misericordia del Signore e il 21 giugno del medesimo anno si diresse sulla Torre dei Barbarasa. Da qui, benedisse la città con la reliquia del Preziosissimo Sangue: inspiegabilmente e senza una causa evidente, l’epidemia di peste iniziò a decrescere per sparire del tutto durante l’inverno.
Oltre alle celebrazioni liturgiche del triduo con l’esposizione della reliquia, il rosario e la messa, la festa vivrà alcuni momenti culturali: giovedì 23 settembre alle ore 10il convegno presso il Museo diocesano sul tema “Sì alla vita no alla droga”. Alle ore 18.30 l’incontro testimonianza “La grande storia della piccola Sara Mariucci e mamma Morena”, a cura del Movimento per la vita di Terni. Venerdì 24 settembre, alle ore 21, concerto con testimonianze in piazza Duomo, l’ostensione della santa reliquia e la benedizione del vescovo Giuseppe Piemontese. Domenica 3 ottobre, alle ore 18, all’Anfiteatro Fausto di Terni uno spettacolo musicale. In programma anche incontri con padre Giulio Albanese, missionario e giornalista, mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, il presidente dell’associazione San Vincenzo de’ Paoli di Terni, Roberto Reale, l’ incontro testimonianza “Il mondo a colori” di Marianna Boccolini, testimone di fede.
“È rinverdire una tradizione che può aiutare i cristiani a tornare all’amore per il Signore – ha detto il vescovo Piemontese – e anche a riflettere sui mali che circondano la nostra società, i nostri tempi. Nella storia i ternani hanno fatto sempre ricorso alla preghiera, in occasione di eventi calamitosi, invocando il Sangue del Signore per allontanare queste calamità dalla società e dall’esistenza di ciascuno. Quest’anno stiamo lottando non contro la peste, ma contro il Covid, che ha provocato migliaia di morti, e la droga che ha fatto tante vittime nella nostra città. È importante che invochiamo il Sangue di Cristo perché anche oggi gli sforzi di tutti siano forti per sconfiggere questi mali e creare mentalità nuova. Questo richiede anche un’assunzione di responsabilità, perché possiamo proiettarci verso un mondo più sano moralmente, spiritualmente, socialmente, dove nella cura della creazione e delle relazioni possono essere evitate nuove pestilenze e soprattutto create sane relazioni interpersonali”.

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