Papa Francesco: Libano in “grave crisi”, perdono per “opacità, sbagli, occasioni perse”

Un “mea culpa” per le “opacità” nel cammino delle comunità cristiane nel Paese dei cedri. È cominciato così il discorso pronunciato dal Papa a conclusione della preghiera ecumenica “Il Signore Dio ha progetti di pace. Insieme per il Libano”, nella basilica di San Pietro. “Ci siamo riuniti oggi per pregare e riflettere, spinti dalla preoccupazione per il Libano, preoccupazione forte, nel vedere questo Paese, che porto nel cuore e che ho il desiderio di visitare, precipitato in una grave crisi”, ha esordito Francesco, ringraziando tutti i partecipanti “per aver accolto prontamente l’invito e per la condivisione fraterna”. “Noi Pastori, sostenuti dalla preghiera del Popolo santo di Dio, in questo frangente buio abbiamo cercato insieme di orientarci alla luce di Dio”, ha spiegato il Papa: “E alla sua luce abbiamo visto anzitutto le nostre opacità: gli sbagli commessi quando non abbiamo testimoniato il Vangelo con coerenza e fino in fondo, le occasioni perse sulla via della fraternità, della riconciliazione e della piena unità. Di questo chiediamo perdono e con il cuore contrito diciamo: ‘Pietà, Signore!”. Un grido, questo, che nel vangelo era il grido di una donna, e che oggi  “è diventato oggi quello di un intero popolo, il popolo libanese deluso e spossato, bisognoso di certezze, di speranza, di pace. Con la nostra preghiera abbiamo voluto accompagnare questo grido”.

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