Covid-19 e comunicazione: Fanchi (Univ. Cattolica), “ha amplificato le criticità presenti nel processo di costruzione della notizia”

Notizie sovrabbondanti, talvolta allarmistiche, gridate e/o contraddittorie, spesso non verificate e accompagnate dalla circolazione di ingannevoli fake news. La comunicazione sull’emergenza sanitaria ha spesso creato disorientamento tra i cittadini. Per la prima volta, spiega in un’intervista al Sir Mariagrazia Fanchi, direttrice dell’Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica, “ci è stato svelato il dietro le quinte nudo e crudo, senza filtri”. Insieme all’Alta Scuola in economia e management dei sistemi sanitari (Altems), Almed  ha promosso nell’anno accademico 2020-2021 un innovativo master in Comunicazione sanitaria perché, secondo l’esperta, “la comunicazione è il primo e fondamentale presidio per la salute personale e collettiva”. In questi mesi, prosegue, il Covid è stato “un potente amplificatore di criticità già presenti nel processo di costruzione dell’informazione”. La comunicazione in materia di salute, in particolare su nuovi farmaci e vaccini, arriva di norma “dopo lunghe sperimentazioni e quando raggiunge i destinatari è ormai un dato scientifico”. Ora invece, per la prima volta siamo stati “messi di fronte ad un processo che, nella sua complessità e ambivalenza, è la norma per i medici e per i chimici e i biologi che operano all’interno dei laboratori. Insomma, per la prima volta ci è stato svelato il dietro le quinte nudo e crudo, senza filtri”.  A questo si aggiunge che “non sempre medici, virologi ed esperti a vario titolo hanno tenuto conto del fatto che dinamiche e toni normali nel gruppo dei ricercatori”, in tv “avrebbero potuto provocare un senso di disorientamento generale”, ulteriormente accentuato dall’informazione ondivaga sul vaccino AstraZeneca.

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