Ddl Zan: mons. Sanguineti (Pavia), “si presenta con carattere ideologico, rischia di limitare la piena libertà d’espressione, di pensiero, di educazione”

“Si è gridato da più parti all’ingerenza della Chiesa in questioni interne dello Stato italiano, quando la Santa Sede ha semplicemente ricordato che esistono diritti e libertà, che appartengono alla Chiesa, come a ogni altra realtà socialmente rilevante, iniziando dalla famiglia, riconosciuti in un trattato internazionale che impegna i due contraenti”. Lo scrive il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, nell’editoriale del giornale diocesano “il Ticino”, in riferimento alla nota verbale della Segreteria di Stato del Vaticano indirizzata al Governo italiano, nella quale “la Santa Sede esprime preoccupazioni su passaggi della legge, che potrebbero ledere diritti e libertà della Chiesa, sanzionati nel Concordato”. “La nota, che di per sé doveva rimanere riservata, ha comunque rimesso davanti a tutti i punti ambigui della legge, che, nata nell’intenzione condivisibile di proteggere soggetti esposti a possibili atti di discriminazione e di violenza, si presenta con un carattere ideologico e rischia di limitare la piena libertà d’espressione, di pensiero, di educazione, che appartiene non solo alla comunità cristiana, ma ad ogni persona e a ogni famiglia, come a ogni forma di vita associata”.
Il vescovo esprime dispiacere nel vedere “l’irrigidimento di parti politiche e di correnti di pensiero, soprattutto del mondo Lgbt, rispetto alla richiesta ragionevole di un ripensamento e di una ‘riscrittura’ della legge”, che “permetta di raggiungere l’obiettivo condiviso di proteggere soggetti esposti a possibili atti di discriminazione, eliminando le parti più ‘ideologiche’ che possono creare altre discriminazioni e censurare la posizione di chi non si adegua a un certo ‘pensiero unico’”.

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