Mozambico: don Carraro (Cuamm), “servono più dosi vaccinali. Urgente sospendere almeno temporaneamente il brevetto”

“Sono tornato qualche giorno fa dal Mozambico e il cuore stenta ancora a placarsi. Le emozioni e le sensazioni continuano a tambureggiare nell’animo e la mente è ancora zeppa di colori, danze, suoni e immagini: quelli della festa per l’inaugurazione della neonatologia di Beira, seconda città del Paese. Dopo la distruzione del ciclone Idai nella primavera del 2019, è venuto il momento del ‘ricostruire’. Un verbo bellissimo e laborioso, entusiasmante e faticoso, che non fa sconti, ma che diventa senso profondo del vivere e della nostra presenza in e con l’Africa”. Lo scrive don Dante Carraro, direttore di medici con l’Africa Cuamm. “Ogni anno sono oltre 6.000 i neonati che nascono all’ospedale di Beira. È per questo che oggi è festa grande: una nuova neonatologia di 600 metri quadrati completamente equipaggiata. Ricostruire è il verbo che l’Africa ci insegna: lasciar perdere le lamentele, le occasioni di disappunto e di scontento e concentrare le energie e risorse nel ricominciare. Una lezione importante che ci viene da Beira”, osserva don Dante, che ricorda anche come il Covid-19, con la sua variante sudafricana, stia colpendo duro anche il Mozambico amplificando le fragilità di un sistema sanitario già debolissimo. “Ad aprile in Mozambico sono arrivate 400.000 dosi di AstraZeneca grazie all’iniziativa del Covax ma sono largamente insufficienti per un Paese di 30 milioni di persone. Serve aumentare la quantità di dosi vaccinali. È fondamentale e urgente sospendere almeno temporaneamente il brevetto consentendo in questo modo ai diversi centri produttivi di aumentare le quantità anche per i Paesi poveri. Ci uniamo a Papa Francesco, al presidente Biden e al primo ministro Mario Draghi e con loro ai tanti della società civile, delle Chiese e istituzioni che la chiedono – l’appello -. È in corso una pandemia mondiale e l’Africa non può restare esclusa. Oltre che giusto, il farlo è garanzia per la nostra sicurezza, perché solo così potremmo interrompere la diffusione del virus e delle sue varianti”. Medici con l’Africa Cuamm ha lanciato l’iniziativa “un vaccino per noi”.

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