Giornata comunicazioni sociali: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “fare del silenzio un’opportunità di incontro”

“Fare del silenzio un’opportunità di incontro”. Questa la “sfida” che mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, lancia quest’anno ai giornalisti, in occasione della Giornata mondiale per le comunicazioni sociali, che si celebra domani. In un messaggio rivolto per l’occasione dal titolo “La crisi delle parole. Far parlare i silenzi”, il vescovo Savino ripercorre quanto le persone hanno vissuto in questi mesi di lockdown e restrizioni, “il silenzio delle solitudini quotidiane di tanti: il silenzio di chi è costretto al telelavoro, interrotto solo dai click e dal battito delle dita sulla tastiera; il silenzio di adolescenti e docenti, separati da una didattica a distanza in cui le parole spesso si perdono nella velocità della fibra ottica”; “il silenzio delle camere asettiche delle terapie intensive, in cui risuona solo la flebile speranza del ritmo regolare di respiratori polmonari e monitor cardiaci”; il silenzio, “immensamente meno grave ma ugualmente significativo, di stadi di calcio senza cori ed esultanze”. Da qui la proposta a chi fa della comunicazione il suo mestiere a “recuperare un’autentica etica della parola, fondata sulla responsabilità”. “Siamo chiamati – si legge nel messaggio – a riflettere sulle parole che esprimiamo, sulle parole che scegliamo, per la loro gravitas, per la capacità che hanno di incidere sulle cose e sulla vita delle persone. È un vero e proprio esercizio di ascesi sapienziale quello che ci attende, come ha sottolineato ancora il Papa”. In un’epoca in cui la falsificazione si rivela sempre più sofisticata, “abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e creare racconti belli, veri e buoni. Abbiamo bisogno di coraggio per respingere quelli falsi e malvagi. Abbiamo bisogno di pazienza e discernimento per riscoprire storie che ci aiutino a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi; storie che riportino alla luce la verità di quel che siamo, anche nell’eroicità ignorata del quotidiano”.

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