Parità di genere: Bonetti (min. Pari opportunità), “dobbiamo incrementare qualità e quantità del lavoro femminile”

“Dobbiamo incrementare qualità e quantità del lavoro femminile, valorizzando le competenze delle donne per renderle protagoniste di questo nuovo modello, che sia più inclusivo, sostenibile, aperto alle nuove generazioni. Ci stiamo apprestando alla redazione del primo piano strategico per la parità di genere, e il lavoro femminile sarà cardine di questo piano”. Lo ha affermato Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, nel videomessaggio trasmesso durante la presentazione degli esiti dell’indagine “Tra vita e lavoro. L’esperienza e le opinioni delle lavoratrici dell’agroalimentare e dell’ambiente”, promossa da Fai Cisl e coordinata dal sociologo Ludovico Ferro. Bonetti ha parlato della necessità di un “nuovo paradigma sociale e lavorativo”.
L’incontro, organizzato dal Coordinamento Pari opportunità del sindacato agroalimentare in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, si è concluso con l’intervento del segretario generale Onofrio Rota. “Anche questa ricerca – ha detto il leader della Fai Cisl – ci spinge a focalizzare le attenzioni di tutti, parti sociali, istituzioni, Governo, sulle condizioni di sfruttamento che ancora riscontrano tante lavoratrici. È importante intervenire con politiche che innalzino il livello dei redditi e gli strumenti di flessibilità, puntando sulla contrattazione e in particolare su quella decentrata. In tutto il settore agroalimentare le donne fanno da traino, ma la parità appare ancora lontana”. Rota ha anche parlato del caporalato, definito “vergogna nazionale”, che “quando colpisce le donne si unisce anche a fenomeni di discriminazione, violenze, ricatti sessuali”. E ha chiesto che “con il prossimo Decreto Ristori sia riconosciuta un’indennità anche ai lavoratori agricoli, finora erroneamente esclusi, così come bisogna riconoscere per il 2020 le stesse giornate lavorate nel 2019 a chi non riesce a maturare i requisiti necessari per accedere alla disoccupazione agricola: la maggioranza sono donne, che avendo perso giornate di lavoro non avranno accesso a questa integrazione al reddito determinante per l’economia di centinaia di migliaia di famiglie”.

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