Papa in Iraq: incontro autorità, per vincere la pandemia non basta “un’equa distribuzione dei vaccini”. “Costruire il futuro più su quanto ci unisce che su quanto ci divide”

(Foto Vatican Media/SIR)

Per vincere la sfida della pandemia, non basta “un’equa distribuzione dei vaccini per tutti”: occorre “ripensare i nostri stili di vita, il senso della nostra esistenza” per  ”costruire il futuro più su quanto ci unisce che su quanto ci divide”. Ne è convinto il Papa, che nel suo primo discorso in Iraq, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico, ha fatto subito riferimento all’emergenza sanitaria in corso.  “La mia visita avviene nel tempo in cui il mondo intero sta cercando di uscire dalla crisi della pandemia da Covid-19, che non ha solo colpito la salute di tante persone, ma ha anche provocato il deterioramento di condizioni sociali ed economiche già segnate da fragilità e instabilità”, ha detto Francesco: “Questa crisi richiede sforzi comuni da parte di ciascuno per fare i tanti passi necessari, tra cui un’equa distribuzione dei vaccini per tutti. Ma non basta: questa crisi è soprattutto un appello a «ripensare i nostri stili di vita, il senso della nostra esistenza. Si tratta di uscire da questo tempo di prova migliori di come eravamo prima; di costruire il futuro più su quanto ci unisce che su quanto ci divide”. Poi il riferimento a quello che già nel suo videomessaggio alla vigilia del viaggio aveva definito un popolo martire: “Negli scorsi decenni, l’Iraq ha patito i disastri delle guerre, il flagello del terrorismo e conflitti settari spesso basati su un fondamentalismo che non può accettare la pacifica coesistenza di vari gruppi etnici e religiosi, di idee e culture diverse. Tutto ciò ha portato morte, distruzione, macerie tuttora visibili, e non solo a livello materiale: i danni sono ancora più profondi se si pensa alle ferite dei cuori di tante persone e comunità, che avranno bisogno di anni per guarire”.

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