Verso Cop26: card. Hollerich (Comece) su migranti climatici, “siamo solo all’inizio di un grande movimento e i muri non sono una soluzione”

“Siamo solo all’inizio: sono ancora pochi i rifugiati costretti a fuggire per ragioni climatiche. Ma saranno molti di più in futuro. È soltanto l’inizio di un grande movimento. Bisogna agire ora, altrimenti sarà troppo tardi”. A richiamare lo stretto legame tra emergenza climatica e aumento delle migrazioni è il card. Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione degli episcopati dell’Ue (Comece) che ieri in vista della Conferenza Onu sul clima ha rivolto una lettera ai leader delle istituzioni europee perché “facciano la differenza” al Summit di Glasgow. “La situazione è preoccupante”, dice subito il cardinale in un’intervista rilasciata al Sir. “In Europa stiamo assistendo alle conseguenze del cambiamento climatico con inondazioni e incendi sempre più frequenti e devastanti. Ma la situazione negli altri Paesi è molto più allarmante”. Riguardo quindi all’inevitabile aumento di migranti che fuggono da terre devastate da siccità e inondazioni, il presidente dei vescovi Ue osserva e si rivolge ai leader politici europei: “Vorrei dire due cose: la prima è chiedere di accogliere i migranti e di accoglierli con la dignità umana che è loro dovuta. Non possiamo lasciare la gente morire alla frontiera esterna dell’Unione Europea. Sarebbe contro tutti i valori che l’Europa invoca da sempre. D’altra parte, è anche vero che non è possibile che l’Europa accolga tutta la popolazione del mondo. Dobbiamo – ed è questa la seconda considerazione – avviare politiche che consentano alle persone di rimanere nella loro terra, con le loro famiglie. Per farlo occorre investire con un aiuto economico molto forte. Ma una delle condizioni perché le persone possano rimanere nei loro paesi è prendersi cura del clima e dell’ambiente”. E aggiunge: “I muri non sono mai una soluzione. È un’idea molto triste. Siamo il continente che ha fatto esperienza sulla sua terra di muri. Il muro di Berlino, i muri che hanno diviso l’Europa orientale dall’Europa occidentale. Sappiamo quanto dolore e quante ingiustizie hanno provocato. Ora siamo noi ad erigere nuovi muri oggi. E’ una cosa folle. Privo di ogni umanesimo. Il mondo è uno e noi lo vogliamo dividere per garantirci sicurezza. Non è possibile”.

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