Terra Santa: ordinari cattolici, “Gerusalemme deve essere aperta a tutti allo stesso modo”

(Foto Lpj.org)

“Preoccupazione e stupore” sono state espresse dalla Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa  per la decisione israeliana di vietare gli eventi culturali che avrebbero dovuto svolgersi questa settimana presso la “Maison d’Abraham” (Casa di Abramo), un’istituzione della Chiesa cattolica a Gerusalemme est. Eventi culturali sponsorizzati da organizzazioni francesi e austriache. “Non riusciamo a comprendere – si legge in una nota – la logica di una decisione così dura e ingiustificabile. Naturalmente il programma culturale aveva un carattere palestinese: la Casa, infatti, è situata a Gerusalemme Est”. “Sin dalla sua nascita – rimarcano gli ordinari – l’obiettivo della Casa è stato, ed è ancora, quello di creare un ambiente pacifico e costruttivo nel contesto limitrofo”. “A Gerusalemme – è la denuncia dei leader cattolici – stiamo assistendo ad un atteggiamento sempre più aggressivo e repressivo da parte delle autorità locali israeliane nei confronti di tutto ciò che è considerato palestinese, come se i palestinesi non avessero diritto di espressione nella Città Santa, in quanto non ne fanno parte, come se Gerusalemme non fosse per loro”. “Casa di Abramo, le Istituzioni che la sostengono, la comunità cristiana di Gerusalemme hanno il diritto di promuovere e sostenere tutto ciò che ritengono opportuno per lo sviluppo della comunità e delle loro relazioni con tutti gli abitanti della Città Santa. Gerusalemme deve essere aperta a tutti allo stesso modo, deve essere una Città inclusiva e accogliente che non discrimina, deve essere santa per le tre fedi monoteiste e di estrema importanza per israeliani e palestinesi”.
La Casa di Abramo è una guest house che da oltre 50 anni accoglie  pellegrini, turisti e gente di ogni estrazione e provenienza. Gestita da Secours Catholique – Caritas France, la casa si propone di incoraggiare il dialogo e l’incontro tra coloro che hanno a cuore la pace  in Israele e in Palestina. Fra i motivi addotti da Israele per motivare la cancellazione degli eventi programmati presunti legami con l’Autorità e organizzazioni palestinesi.

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