Diocesi: mons. Perego (Ferrara), “non siamo semplici spettatori ma parte attiva del corpo della Chiesa”

“Tutti nella Chiesa non siamo semplici spettatori, ma parte attiva di un corpo, ciascuno secondo la sua scelta di vita – laicale, presbiterale, consacrata –, ciascuno con le sue qualità, la sua età, le sue parole e i suoi gesti”. Lo ha ricordato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia pronunciata durante la messa che ha presieduto nella Collegiata a Massa Fiscaglia, per ringraziare la Madonna della Corba. Dalla metà dell’Ottocento, è tradizione consolidata trasportare ogni cinque anni la statua della Madonna dal santuario alla chiesa Collegiata, in ricordo di quando la comunità fu liberata dal colera come omaggio a Maria per la salute ritrovata.
“Quando perdiamo la consapevolezza di essere parte di un Corpo che è la Chiesa, quando ci allontaniamo dalle parole e dai gesti di Gesù, Maria ci raggiunge, a casa nostra, nel nostro paese, su una pianta vicina a casa, nella nostra campagna, su un pioppo o su un salice, su un sambuco o tra i roveri, all’angolo di una strada o sull’argine di un fiume, come una Madre premurosa che non abbandona nel dubbio, nel peccato, nel dolore i suoi figli”, ha proseguito l’arcivescovo, sottolineando come “Maria ha voluto e continua ad essere di casa tra gli uomini, come rivelano le sue apparizioni, per ricordare la salvezza che suo Figlio Gesù ha portato al mondo, ma anche per aiutarci a sentire, come Lei, la Chiesa ‘Corpo di Cristo’”.
Anche nell’omelia pronunciata nella messa che in mattinata ha celebrato al santuario della Madonna della Pioppa, a Ospitale di Bondeno, mons. Perego ha sottolineato che “in questo come in ogni santuario noi ritroviamo nei gesti semplici della preghiera, del Rosario, di una candela accesa la verità di questa presenza di Maria, ma anche della fede di un popolo”. “I santuari – ha proseguito – sono i luoghi della nostra ‘ascensione’, dove ognuno di noi impara e sperimenta come sia importante nella vita contemplare il Signore, pregare, ‘guardare in alto’, ma anche si sperimenta ‘la carezza della consolazione materna’ di Maria”.

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