Africa Day: Medici Cuamm, musicisti, giornalisti e scrittori per offrire un messaggio di speranza e di sostegno

“Parole con l’Africa” è l’iniziativa che Medici con l’Africa Cuamm propone per oggi, 25 maggio, in occasione dell’Africa Day, giornata in cui si fa memoria della fondazione dell’Unione Africana. Sono coinvolti “alcuni amici speciali”, come Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, Dacia Maraini e Simonetta Agnello Hornby, ma anche Claudio Magris, Beppe Severgnini, Niccolò Ammaniti, Natalino Balasso, Agnese Pini, Beppe Carletti e Roberto Citran, voci molto diverse tra loro, unite per ribadire, con la pandemia da coronavirus in atto, che “andrà tutto bene, se andrà bene per tutti”.
“Il virus si sta diffondendo in Africa più lentamente di quanto ha fatto in Europa – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm –, ma potrebbe mettere alla prova il continente per un lungo periodo, senza che le persone che ci vivono possano contare su sistemi sanitari strutturati come i nostri, che pure sono stati messi in crisi. Non possiamo rimanere indifferenti e fermi, abbiamo visto la sofferenza causata dal virus da vicino. Così abbiamo chiesto ad alcuni amici di prestare la loro voce all’Africa, diventando testimoni di questa piccola iniziativa ‘Parole con l’Africa’. Ciascuno con il suo carisma e la sua originalità si è messo in gioco e ha proposto una parola, un messaggio di speranza e di sostegno. A loro il nostro grazie più grande, per essersi lasciati coinvolgere e averci aiutato a mantenere accesa l’attenzione su un continente che rischia, sempre più, di essere dimenticato”.
Per affrontare la fragilità dei sistemi sanitari africani, Medici con l’Africa Cuamm sta lavorando a diversi livelli, con le autorità sanitarie locali, per sostenere i sistemi nella gestione dell’epidemia, sia supportando i Ministeri locali, sia predisponendo piani di contenimento negli ospedali e nelle comunità in cui è presente.
In Sierra Leone fa parte della task force nazionale creata contro il virus e, gestendo il servizio nazionale di ambulanze Nems, ha destinato in tutto il Paese dei mezzi dedicati al prelievo di pazienti sospetti.
Nei 23 ospedali africani in cui è presente, l’organizzazione umanitaria ha creato nuovi sistemi di triage all’accettazione dei malati, separando le zone di accesso, con isolamento dei casi dubbi di Covid-19, per impedire che gli ospedali diventino luogo di trasmissione del virus. In Mozambico, dove c’è un solo laboratorio in tutto il Paese in grado di fare i test e 34 ventilatori per 30 milioni di abitanti, l’unica arma per proteggere la popolazione è la prevenzione: 500 attivisti e operatori comunitari sono stati formati per fare prevenzione del virus.

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