Comunicazioni sociali: card. Betori (Firenze), “la pandemia ha bisogno di una lettura che richiami a responsabilità e alimenti la speranza”

“Sotto un cumulo di notizie, abbiamo bisogno di dare un senso a tutto quanto ascoltiamo e leggiamo, il senso nasce dallo scorgere come Dio sia presente nell’agire di tante persone che operano il bene e si fanno carico dei propri fratelli”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nell’omelia pronunciata ieri durante la messa in cattedrale, nella 54ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, sul tema “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria”. “Il tema di questa Giornata si intesse con il presente, in quanto l’emergenza che viviamo ha bisogno di una lettura corretta, che richiami a responsabilità e alimenti la speranza – ha aggiunto –. Abbiamo bisogno di dirci quel che accade nella verità, ma anche di cogliere nelle vicende i segni di bene che vi affiorano e gli orizzonti di speranza che devono darci coraggio”. Quindi un monito: “Sarebbe un grave errore lasciarsi soffocare dal peso delle sofferenze e dei disagi, non perché li si voglia negare, ma perché la fede ci aiuta a vivere anche i momenti del dolore nella luce della Pasqua”.
Il cardinale ha poi ricordato che nel suo messaggio “il Papa richiama il mondo della comunicazione al suo compito di essere uno specchio veritiero dei fatti della vita e non invece un discorso che introduce il virus delle ideologie che li deformano a vantaggio di disegni disumani”. Quindi, l’attenzione per quella “storia” considerata da Francesco “parametro di confronto per ogni storia umana”, cioè “la storia della salvezza narrata nelle Sacre Scritture”. “Essa offre i criteri per il discernimento di ciò che costituisce il patrimonio autentico dell’umano. Una storia che va resa attuale nella vita degli uomini”.

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