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Bulgaria: riapertura lenta dopo il lockdown. Patashev (Caritas) al Sir, “pochi casi ma forte disoccupazione e pesanti ricadute sociali”

Sofia: una volontaria della Caritas consegna un pacco con dei viveri

(Sofia) La vita riapre pian piano anche in Bulgaria, dove lo stato di emergenza è finito il 13 maggio ma in realtà non si è mai arrivati a misure drastiche viste le dimensioni modeste del numero dei contagi. Il resoconto di Sofia ad oggi è di 2.138 malati di Covid-19 dall’inizio della pandemia con 102 decessi.
“In Bulgaria, grazie a Dio, il governo ha subito adottato misure drastiche che la stragrande maggioranza delle persone ha rigorosamente rispettato – racconta al Sir il segretario generale della Caritas nel Paese, Emanuil Patashev – e forse per questo sia i casi di contagio che i morti non sono stati tantissimi finora”. E aggiunge: “Ormai si parla di diffusione di cluster e non di massa, però sono stati tanti i medici infettati, 211”. “Molti dei focolai – continua – sono in quartieri rom, in case di riposo per anziani, negli stessi ospedali, cioè tra i più deboli”. La disoccupazione è però “salita alle stelle”. “Stando alle statistiche ufficiali, siamo a 150mila disoccupati, ma il numero è molto più alto, con migliaia di persone in aspettativa, in ferie, a casa per accudire i figli”, afferma Patashev che segnala “come le richieste di aiuto alla Caritas sono aumentate notevolmente”. “Abbiamo famiglie che sopravvivono grazie ai nostri pacchi viveri, gente rimasta senza lavoro per la pandemia, senza casa, anziani che hanno bisogno di qualcuno che faccia la spesa, migranti in difficoltà… Situazioni allucinanti”.
“La Caritas in Bulgaria in questa situazione ha dovuto riadattare le proprie attività, il ristorante sociale a Sofia è diventato cucina per i pasti caldi per i bisognosi e le ambulanze invece di ragazzi disabili trasportano cibo”, racconta il segretario generale. Il quale è convinto che “le conseguenze sociali in Bulgaria saranno molto più forti dell’impatto sanitario del Covid-19 essendo il Paese balcanico lo Stato più povero dell’Ue”. “Ma la crisi ha scatenato anche gesti di solidarietà straordinari e sono certo che insieme ce la faremo”, conclude.

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