Coronavirus Covid-19: mons. Fumagalli (Viterbo), “pregare per le vittime, morte sole, e per i loro familiari”

“Ricordiamo le quattrocento vittime della nostra provincia e della Tuscia, perché il Signore le accolga nel suo Regno”: così il vescovo di Viterbo, mons. Lino Fumagalli, ieri sera nella messa nella basilica della Madonna della Quercia, ha ricordato le persone scomparse per il Covid. “Sono morte spesso in ospedale, sole, consolate solo da personale sanitario che non vedevano in faccia a causa delle protezioni e sono state consegnate ai familiari in un sacco nero sigillato”, ha proseguito mons. Fumagalli, che ha invitato a pregare anche per i familiari delle vittime: “Oltre alla sofferenza per la perdita della persona cara, hanno avuto l’aggravio della modalità, che rende più difficile il distacco”. E ha aggiunto: “Siamo vicini al personale medico, paramedico e amministrativo, impegnato a tamponare la diffusione del virus e curare i contagiati”. La celebrazione si inserisce nell’iniziativa “La Chiesa in preghiera per la pandemia”, promossa dal Ccee. Nell’omelia, il vescovo di Viterbo ha ripercorso eventi e immagini di un anno di pandemia e invitato a “non lasciarsi rubare la speranza” e “rispettare le norme come atto d’amore e non solo per seguire un decreto”. Pensando a chi ha perso il lavoro, il presule ha chiesto a “istituzioni e comunità credente di prendersi cura di loro, come segno di una cultura positiva fatta di solidarietà e fraternità”. “Queste persone ci appartengono. Nessuno nella nostra comunità deve sentirsi abbandonato”, ha concluso.

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