Papa a Marsiglia: preghiera con clero, “apriamo le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore”

(da Marsiglia) “Apriamo le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore, per mostrare attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del nostro Signore”. È l’invito del Papa, nella preghiera mariana con il clero diocesano di Marsiglia nella basilica di Notre-Dame-de-la-Garde, primo momento pubblico del 44° viaggio apostolico internazionale, a chiusura dei Rencontres Méditerranéennes. “Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza di un’umile gioia, più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita un porto sicuro nel vostro sguardo, un incoraggiamento nel vostro abbraccio, una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime”, la consegna di Francesco. “Pur nelle tante occupazioni di ogni giorno, non lasciate, per favore, che venga meno il calore dello sguardo paterno e materno di Dio”, l’altra esortazione papale: “Per favore, nel sacramento della penitenza perdonate sempre, siate generosi come Dio è generoso con voi, col perdono di Dio si aprono tante strade della vita”, l’aggiunta a braccio per i sacerdoti. “È bello farlo dispensando il suo perdono con generosità, sempre, sempre, per sciogliere, attraverso la grazia, gli uomini dalle catene del peccato e liberarli da blocchi, rimorsi, rancori e paure contro cui da soli non possono prevalere”, ha proseguito Francesco: “È bello riscoprire con stupore, ad ogni età, la gioia di illuminare le vite, nei momenti lieti e tristi, con i Sacramenti, e di trasmettere, in nome di Dio, speranze inattese: la sua vicinanza che consola, la sua compassione che risana, la sua tenerezza che commuove”. “Siate prossimi a tutti, specialmente ai più fragili e ai meno fortunati, e non manchi mai a chi soffre la vostra vicinanza attenta e discreta”, l’indicazione di rotta per “portare ai fratelli lo sguardo di Gesù”. “C’è un solo momento nella vita in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso”, ha ribadito il Papa fuori testo: “Quando cerchiamo di prenderla per mano per sollevarla, è un gesto che non si può fare senza tenerezza”. Lo sguardo di intercessione, ha suggerito il Papa, deve portare ad essere “angeli in terra”, come Maria, modello della Chiesa, che “mentre ci presenta il suo Figlio, presenta anche noi a lui, come un mazzo di fiori in cui ciascuna persona è unica, bella e preziosa agli occhi del Padre”. “Diventiamo Vangelo vivo nella misura in cui lo doniamo, uscendo da noi stessi, riflettendone la luce e la bellezza con una vita umile, gioiosa, ricca di zelo apostolico”, ha concluso Francesco: “Ci siano di stimolo in questo i tanti missionari partiti da questo alto luogo per annunciare la buona novella di Gesù Cristo nel mondo intero. Portiamo ai fratelli lo sguardo di Dio, portiamo a Dio la sete dei fratelli, diffondiamo la gioia del Vangelo. Questa è la nostra vita ed è incredibilmente bella, nonostante le fatiche e le cadute, anche i nostri peccati. Preghiamo insieme la Madonna, che ci accompagni e ci custodisca”.

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