Alluvioni R.D. Congo: Nakwagelewi ata-Deagbo (direttore Caritas), “temiamo migliaia di vittime. Mancano cibo, farmaci, acqua”

foto dai social (A.Desmane)

“Caritas Bukavu è già sul campo e sta facendo una prima evacuazione degli sfollati e cercando di portare i primi soccorsi”. Ma “la popolazione è abbandonata alla propria sorte. Manca tutto: cibo, farmaci, acqua, fino a ieri non era ancora arrivato niente”: lo racconta al Sir Boniface Nakwagelewi ata-Deagbo, direttore di Caritas R.D. Congo a proposito delle alluvioni del 4 maggio scorso nei villaggi di Bushushu e Nyamukubi (zona di Kalehe), nella travagliata regione del Sud Kivu, nella Repubblica democratica del Congo. Le vittime finora accertate sono 400 ma nelle ultime ore, secondo alcune stime della società civile locale, si parla di almeno 4300 dispersi. C’è pochissima speranza di riuscire a recuperarli. Il direttore della Caritas nazionale pensa che “il bilancio finale sarà sicuramente di migliaia di persone morte. Anche le parrocchie della zona sono vittime delle inondazioni. Ci saranno vittime tra preti, catechisti, insegnanti, preti”.  “La gente nei villaggi è traumatizzata – racconta -. La maggior parte ha perso familiari, figli, ci sono bambini senza genitori. Le case sono tutte sepolte, le persone non possiedono più nulla. Abbiamo chiesto di coordinarci con altre realtà sul campo per una evacuazione coordinata”. La tragedia nella tragedia è che, a parte la Croce Rossa e Medici senza frontiere, non sono presenti corpi di soccorso e aiuti umanitari organizzati. Msf ha accolto nell’ospedale 16 feriti gravi provenienti dal villaggio di Nyamakubi in battello e donato sacchi mortuari al centro di salute di Bushushu. Caritas R.D. Congo è pronta a lanciare un appello ai partner per sostenere Caritas Bukavu nel suo lavoro. “Bisogna aiutare i sopravvissuti e fare in modo che non muoiano a causa della mancanza di aiuti”, rincara il responsabile della Caritas nazionale. “Non sarà facile perché ci sono molti problemi nel nostro Paese, tra cui la guerra con il movimento M23 nel Nord Kivu e inondazioni in altri territori. Sarà una grande sfida”. Non è la prima volta che accadono eventi di questo tipo. Nel 2014 e anche due anni fa c’è stato un disastro simile in quelle zone. “Anche se già accaduto, il fenomeno è aggravato dal cambiamento climatico e dalla presenza di costruzioni abusive in zone dove non si potrebbe costruire”, conclude.

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