Ucraina: Terre des Hommes, “garantire l’accesso a sistemi di protezione dell’infanzia, sostenere famiglie rifugiate”. Venerdì inaugurazione di una mostra a Milano

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Terre des Hommes è presente in Italia con attività di prima accoglienza alla frontiera di Tarvisio e Udine, dove ad oggi abbiamo accolto e assistito 5.000 persone e a Milano, nello spazio Indifesa dove 400 famiglie arrivate nel nostro Paese hanno avuto accesso a servizi di supporto legale e psicologico, distribuzione di cibo e beni di prima necessità, corsi di italiano per adulti e bambini, orientamento lavorativo, accompagnamento e mediazione culturale, e attività ludico ricreative per i più piccoli. Infine, due appartamenti a Besana Brianza oggi ospitano 5 nuclei famigliari (7 donne e 5 minori).
I bisogni della popolazione sono ancora immensi e Terre des Hommes continuerà ad essere presente con interventi di ricostruzione, con attività di supporto psicosociale e tutela della salute mentale di bambini e ragazzi, e anche in Italia prosegue l’accoglienza delle famiglie e l’integrazione di bambini e adolescenti e con tante attività di sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica su questo conflitto. Tra queste anche la mostra “Childhood – 1 anno di guerra” nelle opere d’arte degli artisti ucraini, che si apre con un incontro venerdì 24 febbraio alle ore 10a Milano, presso lo Spazio Seicentro in via Savona, 99.
A un anno dall’inizio della guerra, insieme alla Federazione internazionale di Terre des Hommes anche Terre des Hommes Italia esorta la comunità internazionale a compiere ogni sforzo per contribuire a garantire la pace e a lavorare con i bambini e i giovani per realizzare interventi di aiuto efficaci e con una visione di lungo termine.
In particolare, la Fondazione chiede di “garantire l’accesso a sistemi di protezione dell’infanzia, in grado di rispondere ai bisogni dei bambini colpiti dalla guerra. Aumentare i finanziamenti destinati all’istruzione, alla salute mentale e al sostegno psicosociale per i bambini e le bambine, ma anche per le loro famiglie. Sostenere l’inclusione delle famiglie rifugiate nei sistemi nazionali dei Paesi ospitanti e contrastare ogni forma di discriminazione. Garantire un sostegno personalizzato in considerazione dell’età, del genere e di altre forme di diversità. Stabilire meccanismi per garantire la partecipazione dei bambini e dei giovani alla progettazione, all’attuazione e al monitoraggio del sostegno di cui hanno bisogno”.

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