Quaresima: mons. Damiano (Agrigento), “valorizzare i ‘Cantieri di Betania’ come spazi di incontro concreti e circoscritti “

“La Quaresima ci riporta ancora una volta sulle strade dell’esodo. E su queste strade risuonano di nuovo i due imperativi che, a ogni passo, ne ridefiniscono la traiettoria: ‘Ascolta!’ e ‘Ritorna!'”. Lo scrive l’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, nel suo messaggio per la Quaresima consegnato alla diocesi oggi, Mercoledì delle Ceneri. “La Chiesa propone specialmente il tempo quaresimale come tempo di ascolto, perché solo un ritrovato contatto con la Parola ci può disporre a una conversione reale e a una riconciliazione autentica. E così, rimettendoci come discepoli sulle orme del Maestro, possiamo decidere di seguirlo fino alla Croce, dove l’alleanza di sempre si fa ‘nuova ed eterna’. Quando l’alleanza — ogni volta infranta e ogni volta ristabilita — si compie, avviene il ritorno. Si ricompongono, cioè, quelle relazioni fondamentali, che costituiscono la nostra identità e ci conferiscono una certa stabilità, ma che il peccato volta per volta compromette: quella fondamentale con Dio e, di conseguenza, quella con noi stessi, quella con gli altri, quella con il contesto sociale e quella con la terra”.
Dall’arcivescovo l’incoraggiamento ai fedeli a non limitarsi a “qualche elemosina, a qualche preghiera e a qualche digiuno, per acquietare la nostra coscienza e sentirci in pace con noi stessi, perché quella pace sarà soltanto illusoria e, a lungo andare, ci porterà alla deriva”. “Facciamo in modo, al contrario, che le elemosine, le preghiere e i digiuni — insieme a tutte le altre opere di pietà e di penitenza proprie delle nostre tradizioni locali — scomodino il più possibile le nostre coscienze individuali e la nostra coscienza collettiva e le dispongano a quell’ascolto sincero che prepara quel vero ritorno”. “In particolare, vi esorto a valorizzare i ‘Cantieri di Betania’, che — oltre a costituire la proposta operativa per il secondo anno della fase narrativa del cammino sinodale — sono una bella opportunità di ascolto e di ritorno, nel senso che ho voluto delineare in questo messaggio”. Si tratta, secondo mons. Damiano, di “spazi di incontro concreti e circoscritti e, per questo, più facili da costituire e da frequentare, secondo le indicazioni che trovate nelle linee-pastorali di quest’anno”.

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