Carcere: Busto Arsizio, si è costituita “La Valle di Ezechiele”, organizzazione di volontariato a servizio delle persone recluse

Si è costituita “La Valle di Ezechiele”, un’organizzazione di volontariato a servizio delle persone recluse nel carcere di Busto Arsizio, dei loro familiari e delle attività religiose del cappellano. A renderlo noto è proprio don Davide Maria Riboldi, cappellano della casa circondariale di Busto Arsizio.
Dopo la società cooperativa, con sede nel carcere bustocco e un capannone operativo a Fagnano Olona, nasce questa nuova realtà, figlia della cooperativa: “Vuole esserne il ramo associativo, offrendo ai molti che ne condividono le finalità, modalità per esserne parte: tesserandosi e/o offrendo il proprio tempo, per entrare in carcere quale volontario, in aiuto ai bisogni delle persone ristrette nel penitenziario bustocco. La cooperativa è presente a Statuto nel direttivo della nuova associazione – spiega il cappellano -. La nuova associazione prende l’eredità di quella storica nel territorio di Busto Arsizio che ha recentemente chiuso i battenti, dopo decenni di attività a servizio dei carcerati e delle loro famiglie”.
Presidente de La Valle di Ezechiele Odv è Stefano Binda, conosciuto da don Riboldi quando “era ancora ergastolano: condannato per l’omicidio di Lidia Macchi. Assolto poi con formula piena in appello e in Cassazione, dà oggi valore ai suoi 1286 giorni di ingiusta detenzione mettendo la sua ‘esperienza intramuraria’ a servizio di quanti vi incappano oggi. Magari qualcuno ingiustamente, come lui”.
Il cappellano ricorda: “Stefano visse i suoi anni ‘dentro’ totalmente a servizio degli altri, dando vita allo ‘sportello amico’, dove nacquero istanze, lettere, domandine, curriculum… Ha sempre messo a disposizione se stesso per quanti non fruivano del dono di aver potuto studiare. La sera della sua scarcerazione, quando tutti avevano visto la notizia al Tg, l’ispettore di turno dovette cedere a un’insolita violenza: far fare ‘il giro dei saluti’ del ‘liberante’ non solo alla propria sezione, com’è prassi, ma anche a tutte le altre, perché ognuno voleva salutare e ringraziare Stefano, per il tanto bene ricevuto. Lui vi torna oggi in veste di presidente di una nuova associazione di volontariato”.
L’associazione, prosegue don Riboldi, “sarà la casa dei volontari che vorranno mettersi a servizio delle persone recluse in via per Cassano 102 e delle loro famiglie, varcando i cancelli del penitenziario sia per sopperire ai tanti bisogni di accudimento concreto (dai vestiti ai docciaschiuma ai soldi per ricaricare la tessera telefonica), sia mettendosi in ascolto dei mali dell’anima, che hanno trascinato una persona dietro le sbarre”.
“Io personalmente sono lieto di questo secondo passo, che potrà dare casa anche a tutte le attività religiose da me promosse in quanto cappellano: primo fra tutti il catechismo, non ancora ripartito dopo il Covid, e i gruppi di giovani per animare le messe domenicali”, conclude.

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