Festival Dottrina sociale: Landi (Istituto EuropIA), “impreparati a controllare l’artificial general intelligence. Se fosse ad un passo c’è da avere paura”

(da Verona) “Non siamo preparati a controllare l’artificial general intelligence (Agi). Se fosse ad un passo – come le notizie odierne dicono – bisogna averne paura. L’AI act europeo (la normativa europea sull’intelligenza artificiale, ndr) sia il primo passo di quel controllo che dobbiamo mettere in atto il prima possibile”. È l’auspicio espresso questa mattina da Marco Landi, già ceo di Apple e attualmente presidente dell’Istituto EuropIA, durante il panel “Le relazioni oltre l’AI” nella prima giornata della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si terrà fino al 26 novembre presso il Palaexpo Verona Fiere sul tema “Socialmente liberi”.
Landi ha poi osservato che se, dal un lato, “ci sono le preoccupazioni”, dall’altro, “ci sono anche delle opportunità”. Per cui bisogna “sensibilizzare il grande pubblico”, “arrivare ai giovani fin dalle scuole elementari”. “Soprattutto – ha spiegato – bisogna arrivare alle ragazze, perché c’è una cultura che frena il loro approdo alle nuove tecnologie”. Sembra sia un ambito “non valido per il lavoro delle donne, ma questo è un errore. La barriera va abbattuta”. Secondo il presidente dell’Istituto EuropIA, “dovremmo confrontarci su come la scuola può aiutare sempre di più i giovani a capire come entrare nelle nuove tecnologie”. Infine, si deve anche “aiutare le aziende a cominciare ad utilizzare l’intelligenza artificiale”. “Se non è a beneficio dell’uomo meglio abbandonare l’intelligenza artificiale”, ha ammonito Landi.
Parole a cui hanno fatto eco quelle di Gianni Dal Pozzo, presidente di Considi spa, che riferendosi alla “Società 5.0” nata in Giappone ha rilevato come “il punto è proprio questo: le tecnologie devono essere al servizio dell’uomo e non viceversa”. Inoltre, “le tecnologie devono far star meglio l’uomo sul pianeta Terra”. Per questo “al tema del profitto bisogna aggiungere altre due ‘P’: persona e pianeta”. Di fronte alle nuove sfide che stiamo vivendo – come la concentrazione di ricchezza – le imprese non possono più pensare ad essere società estrattive ma rigenerative”, ha continuato Dal Pozzo. Facendo poi riferimento allo studio “AI 4 Italy: impatti e prospettive dell’Intelligenza artificiale generativa per l’Italia e il Made in Italy” elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia e presentato a settembre scorso, il presidente di Considi si è detto convinto che “la nuova produttività è la creatività, si tratta di liberare spazio e tempo per le persone perché siano più creative”. “L’IA – ha concluso – se è usata in modo malevolo rischia di essere peggio della bomba atomica; ma se è usata correttamente può far star meglio l’uomo sul pianeta. Affrontando con positività la questione, questa è una grande opportunità; soprattutto per il nostro Paese, perché altrimenti non avremmo avuto armi per competere a livello globale. Oggi le tecnologie sono democratiche e per questo tutti possono utilizzarle”.

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