Costituzione: card. Zuppi (Cei), “è continuare a unire le visioni in un dibattito alto, anche duro, che ritrovi un disegno unitario in cui i cattolici devono svolgere una parte non in difensiva”

“Ho una preoccupazione, tornata negli ultimi mesi, ed è l’Europa. Ne ho parlato a Camaldoli, in occasione degli 80 anni del Codice, che è stato il nucleo originario da cui sono nate tante scelte. Credo manchi una Camaldoli europea ed il rischio è che si stia perdendo uno slancio ideale”. Lo ha detto il cardinal Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, durante il convegno promosso da Retinopera, dal titolo “I cattolici e la Costituzione partecipazione responsabile per il bene comune”, oggi a Roma. “Qualcosa di più dobbiamo farlo in Europa – ha aggiunto -, non si può mettere a posto a casa nostra senza pensare alle ripercussioni nella casa europea. Lo dico riguardo alla difficoltà dell’Europa di tradurre tanta ricchezza in pratiche capaci di affrontare i problemi, mediante l’umanesimo che è parte costitutiva dell’Europa”. “La Costituzione – ha proseguito – ha di bello di avere la prospettiva ideale. Quando iniziamo a parlare di difesa in genere si gioca in rimessa e si perde sempre. Credo che dobbiamo parlare del potere, delle capacità che si ha e della bellezza, altrimenti, si resta in un mondo che va altrove, che continua ad andare dal noi all’io, che è offensivo verso la Costituzione che invece mette insieme la centralità della persona con il noi del Paese, con la responsabilità civile e la casa comune che da sola può permettere la realizzazione della persona dal punto di vista materiale e spirituale”. “Lo spirito dei padri costituenti – ha osservato – bisogna che lo viviamo, altrimenti rischia di essere volatile e opportunista. Saper accogliere è una delle componenti del futuro e mantenere la visione che la Costituzione ci richiede e garantisce”. Il problema vero, secondo il presidente della Cei, “è continuare a unire le visioni in un dibattito alto, anche duro, che ritrovi un disegno unitario in cui i cattolici devono svolgere una parte non in difensiva (che a volte ci fa sentire la piccola minoranza, per cui la colpa è sempre degli altri), ma quello più profondo del nostro Paese, che insieme ad altre componenti ha dato vita alla Costituzione”. “C’è tanta cultura da affinare – ha concluso -, una rete da affinare anche fra di noi”.

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