Servizio civile: Cnesc, “no all’obbligatorietà, diventi ancora più universale”

No all’obbligatorietà, sì al potenziamento del Servizio civile universale mettendo a disposizione almeno 100.000 posti l’anno: questa la posizione della Cnesc, Consulta nazionale enti di servizio civile, in merito al dibattito in vista delle elezioni sul ritorno alla leva e ad un servizio militare e civile obbligatorio. “Vogliamo ricordare – afferma Laura Milani presidente della Cnesc – che c’è già un istituto repubblicano, il Servizio civile universale, finalizzato alla difesa civile non armata e nonviolenta della patria, ai sensi degli articoli 52 e 11 della Costituzione e che promuove i valori costituzionali. Si tratta di un istituto ad adesione volontaria che rappresenta per i giovani un’opportunità unica di crescita, impegno civico, inclusione sociale e costruzione della pace. Perché, allora, i partiti non si impegnano semplicemente a potenziare il Servizio civile universale e a stabilizzarne i fondi garantendo finalmente l’esperienza ad almeno 100.000 giovani ogni anno?” “Investire nel Servizio civile universale, in Italia e all’estero, significa investire in una palestra di cittadinanza per i giovani, in un motore di sostenibilità, di inclusione, di solidarietà, di pace per le comunità interessate”, sottolinea la Cnesc, che il 9 e 10 settembre lancerà alcune proposte durante la I edizione del Festival nazionale del Servizio civile in programma a Roma.

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