Papa in Kazakistan: padre Trezzani (direttore Caritas), “c’è attesa per quello che Francesco dirà a noi e al popolo kazako”

(Foto Sir)

Nonostante la comunità cattolica sia una minoranza molto piccola in un paese a maggioranza musulmana, “c’è un’attesa forte” per la visita di Papa Francesco a Nur Sultan da parte della popolazione. A raccontare il clima che si respira in queste ore in Kazakistan, alla vigilia della visita che il Santo Padre farà al paese nei giorni 13-15 settembre, è padre Guido Trezzani, Direttore di Caritas Kazakistan, in un incontro online per giornalisti organizzato questa mattina da Caritas Intenationalis. L’arrivo del Papa “fa notizia”, dice il sacerdote italiano in Kazakistan da 26 anni, tanto che “fin da subito, il governo kazako ha dato la sua disponibilità coinvolgendosi per la soluzione dei problemi organizzativi, dando la possibilità di pernottamento negli alberghi e facilitazioni di ogni tipo ai pellegrini. Quando la visita del Papa è stata ufficializzata, sia gli organi di informazione sia il presidente hanno diffuso e commentato la notizia più volte”. D’altronde – ricorda padre Trezzani – “c’è ancora un ricordo molto vivo della visita che nel 2001 fece Giovanni Paolo II nonostante le sue condizioni di salute. Quel gesto fu recepito come un segno particolare di vicinanza al Paese e alla popolazione che fu apprezzato. Anche oggi le persone mi chiedono della situazione della salute del Papa, se ce la fa davvero a venire, e come fu per Giovanni Paolo II, c’è un’attesa per quello che Francesco dirà a noi e al popolo kazako”. Padre Trezzani parla del Kazakistan come di un Paese che conta al suo interno oltre 100 gruppi etnici e questa sua multietnicità – osserva – “dà un valore significativo al viaggio del Papa dove i temi centrali sono la pace, l’unità e il dialogo”. “L’attività della Caritas – racconta il sacerdote – è uno strumento potente per uscire dal quel piccolo recinto in cui rimaniamo chiusi per andare incontro ai bisogni della gente” perché nonostante il Kazakistan sia un paese potenzialmente ricco per le sue risorse, “la realtà della gente, soprattutto della popolazione che vive nelle zone rurali, fuori dalle grandi città, è difficile”. Diversi sono i campi di azione in cui è impegnata la Caritas: educazione, sanità, aiuto alle fasce più vulnerabili della popolazione come anziani e disabili. Dal 2014, la Caritas ha avviato un progetto “pilota” a sostegno delle famiglie con bimbi down. Nato per andare incontro alle esigenze di questi genitori, la Caritas ha aperto un Centro ad Almaty con una filiale nella zona del Caspio e sono in apertura altri tre punti.  “C’è una domanda – dice padre Trezzani – ed una carenza totale di specialisti” e l’opera della Caritas punta non solo ad aiutare le famiglie favorendo percorsi di inserimento scolastico e accompagnamento al mondo del lavoro ma anche iniziative di sensibilizzazione a cominciare dalle cliniche dove spesso la proposta alle famiglie in attesa è quella dell’aborto e dell’abbandono in orfanatrofio perché la condizione della sindrome viene presentata “come situazione senza speranza”. Tornando quindi alle attese per il viaggio del Papa, il direttore Caritas commenta: “non mi aspetto niente. Mi aspetto che ci dica lui cosa si aspetta da noi. Lui conosce la nostra realtà. Abbiamo bisogno della sua parola, per capire come fare per uscire dal detto, ‘abbiamo fatto sempre così’”.
Il Papa parteciperà a Nur Sultan al VII Congresso dei leader mondiali delle religioni tradizionali. Con lui e tra le 108 delegazioni provenienti da 50 paesi del mondo, ci saranno anche il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, e del rabbino capo di Israele David Lau. Il tema principale del Congresso è “Il ruolo dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nello sviluppo spirituale e sociale dell’umanità nel periodo post-pandemico”. Papa Francesco ha scelto come motto per la sua visita “Messaggeri di pace e unità”. Momento centrale per la comunità cattolica locale sarà la celebrazione della messa il 14 settembre alle 16.45 in Mangilik El Avenue, B1 (centro espositivo internazionale EXPO, sulla piazza antistante il padiglione Nur Alem). Sono attesi circa 3.000 pellegrini provenienti da Kazakistan, Uzbekistan, Mongolia, Kirghizistan, Russia e altri paesi.

 

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