Sanità: Animo e Fnopi, “per la salute dei pazienti in ospedale servono infermieri specializzati e in giusto rapporto numerico con ricoverati”

Il Covid-19 lo ha dimostrato: la medicina interna non è una “specialità di base” negli ospedali, ma una “specialità fondamentale”. Inoltre, Il contesto clinico-epidemiologico negli ultimi trent’anni è radicalmente cambiato, la maggior parte dei pazienti accolti in Medicina interna, e più in generale nei reparti di area medica, presentano una patologia acuta che si inserisce in un quadro di cronicità, polipatologia e fragilità in età avanzata. Lo sostengono Animo (Associazione nazionale infermieri di medicina) e Fnopi (Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche) che hanno messo nero su bianco in un documento congiunto il nuovo percorso necessario per la formazione degli infermieri che nei reparti di Medicina assistono i pazienti.
L’infermiere, affermano, “dovrà essere specialista con laurea magistrale a indirizzo clinico in area medica. Un infermiere esperto clinico, opportunamente formato e formalmente riconosciuto, in grado di orientare e gestire il percorso assistenziale dei pazienti, e soprattutto in grado di prendere in cura la persona con complessità assistenziale, garantendone un monitoraggio e un controllo competente e specifico”.
“Per garantire qualità e sicurezza nell’assistenza alle persone ricoverate in area medica – sottolineano Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, e Gabriella Bordin, presidente Animo – sono fondamentali queste condizioni, tra cui l’adeguamento quali-quantitativo dello staffing su tutto il territorio nazionale, senza differenze regionali; il riconoscimento sostanziale della complessità dei casi trattati in area medica; la cancellazione formale del termine ‘base’ dal linguaggio usato nel management e nella formazione in riferimento all’area medica; il superamento del modello prestazionale-tecnologico che sta caratterizzando l’infermieristica negli ospedali; la promozione di modelli organizzativi innovativi e approcci assistenziali avanzati orientati alla personalizzazione e alla continuità assistenziale, quali ad esempio il Primary Nursing e il Case Management; la formazione a livello accademico in percorsi post base (master, laurea magistrale) dell’infermiere specialista in area medica”.

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