Colombia: padre De Roux (Commissione Verità) su Pasqua di sangue, “la violenza non ha futuro, necessari cambiamenti profondi”

“Dobbiamo capire che la violenza dei dissidenti, dei guerriglieri, dei paramilitari, dello Stato non ha futuro. Abbiamo bisogno di cambiamenti profondi per i nostri figli, perché la società ha bisogno di comprendere la sofferenza delle vittime, accettare e riconoscere le differenze sociali e culturali, proteggere la natura, solo così possiamo raggiungere la pace e la riconciliazione”. È quanto afferma al Sir, dopo la messa di Pasqua celebrata a La Soledad di Teusaquillo, sede dei gesuiti colombiani a Bogotá, padre Francisco De Roux, presidente della Commissione della Verità, il quale commenta così il continuo spargimento di sangue nel Paese, a partire a quanto sta accadendo nel dipartimento orientale dell’Arauca.
“Stupisce – afferma Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani – vedere la stanchezza negli occhi di padre De Roux. Sta lavorando giorno e notte, perché il prossimo 28 giugno consegnerà il rapporto finale della Commissione della Verità, per far luce su oltre 50 anni di conflitto armato interno. Le pressioni sono tante. Importanti, durante la Settimana santa, sono state anche le parole dell’arcivescovo Rueda, che portando la croce il Venerdì Santo, percorrendo plaza de Bolívar, nel centro della capitale, tenta di rianimare il dialogo con Governo nazionale, dopo le forti tensioni per delegittimare i vescovi del Chocó sulla violenza delle mafie del narcotraffico e gruppi armati illegali, che con i cartelli messicani portano la cocaina colombiana in Europa, attraverso il potere della ndrangheta calabrese”. Spesso padre De Roux ha affidato al Sir il “compito” di essere “megafono internazionale” del suo lavoro per la riconciliazione, questa è però l’ora della prudenza: “In questo momento non voglio parlare della politica del presidente Duque, aspetterò la fine del suo mandato, a luglio 2022”.
Il gesuita ricorda che prima di Pasqua, lo scorso 9 aprile è stata commemorata in Colombia la Giornata della memoria e solidarietà con le vittime. Da qui l’appello al Governo e ai gruppi armati per continuare sulla strada della pace: “Non solo vogliamo dire che la guerra in Colombia ha portato rovina in ogni sua azione; ma anche che vogliamo la pace, vogliamo che lo Stato si risolva a lanciarsi verso la pace e che i gruppi armati accettino questo appello, perché tutti i colombiani vogliono che un giorno in Colombia nessuno venga ucciso per le loro idee politiche o per qualche altro motivo. Vogliamo che tutti in sentano la ferita di questo Paese e lo trasformino in una Nazione piena di futuro per i nostri figli, in un luogo di fiducia reciproca, di rispetto nelle diverse posizioni”.

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