Cile: criminalità e delinquenza ai massimi storici. Mons. Chomali (vicepresidente Cech), “serve rivoluzione copernicana educativa”

(Foto: arcidiocesi di Concepcion)

È allarme criminalità in Cile. Lo denuncia con preoccupazione, al Sir, il vicepresidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Fernando Chomali, arcivescovo di Concepcion, che riprende alcuni concetti espressi in un articolo scritto per “El Diario del Sur”. “In Cile – scrive l’arcivescovo – nessuno può assicurare che non sarà vittima di un fatto di violenza: una rapina, un furto dell’auto, addirittura ricevere un colpo di pistola in mezzo a una sparatoria. Molte delle attività sociali che, prima si realizzavano di sera o di notte, oggi si fanno durante il giorno”.
I dati ufficiali confermano l’allarme di mons. Chomali. Secondo i dati forniti dai carabinieri, i numeri di omicidi, stupri, rapine, furti di veicoli hanno raggiunto, nel corso del 2022, il loro massimo storico confrontando i primi semestri degli ultimi otto anni. Gli omicidi, il cui numero assoluto appare ancora basso rispetto ad altri contesti latinoamericani, sono in ogni caso stati, nel primo semestre dell’anno, 411, con un aumento del 50% rispetto al 2021. I furti sono aumentati del 61%, così come le rapine.
Secondo mons. Chomali, è superficiale incolpare il Governo di turno o le forze dell’ordine, così come i migranti. Piuttosto, la delinquenza si è fatta strada “come conseguenza di politiche pubbliche fragili in tema d’educazione, superamento della povertà e della marginalità e adeguati controlli alla frontiera e alla dogana. La cultura della morte si è a poco a poco imposta nella società e, quel che è peggio, ci stiamo abituando”.
Serve, allora, “una rivoluzione copernicana”, che veda convergere le forze migliori della società, oppure “non solo i cittadini inizieranno a chiudersi in casa, ma anche inizieranno a farsi giustizia da soli, e ciò sarebbe una tragedia nazionale, un vero disastro”. Se, da un lato, occorre potenziare lo Stato di diritto, le istituzioni e in particolare le forze dell’ordine, dall’altro, a medio termine, “occorre ripensare il sistema educativo”.

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