Rave party: Cnca, 2 podcast per conoscere gli interventi degli operatori sociali nei contesti del divertimento giovanile

“Ancora una volta una parte del mondo adulto, e delle istituzioni, reagisce alle domande e alle esigenze dei giovani ricorrendo alla punizione e alla sicurezza pubblica. La normativa che il governo ha approvato per le occupazioni abusive e l’organizzazione di raduni illegali – che prevede pene abnormi e spropositate – è viziata da una cecità ideologica verso fenomeni, anche discutibili, che non si comprendono e non si vuole comprendere”. Lo dichiara Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca). “I rave e i free party sono il segno di un rinnovato desiderio di incontro, di festa, di divertimento dopo il difficile periodo vissuto a causa del Covid, ancora più pesante per le nuove generazioni – aggiunge De Facci –. Questi appuntamenti, come la movida notturna, le diverse forme di aggregazione sui territori, ma anche le situazioni di ritiro sociale (hikikomori), sono tutti fenomeni che chiedono agli adulti uno sforzo di sensibilità e di intelligenza, e di svolgere la propria funzione di educatori. Si può mettere in discussione ciò che non si condivide, ma non si educa con il diritto penale e la forza pubblica”.
“Preoccupa, poi, che la normativa approvata dal governo – afferma il presidente del Cnca – possa essere usata per colpire qualsiasi altra mobilitazione del mondo giovanile (come le occupazioni a scuola) e più in generale della società civile. Sarebbe gravissimo per la vita democratica del Paese”.
Come Cnca, continua De Facci, “continueremo a essere presenti in tutti i contesti del divertimento giovanile, anche in quelli auto-organizzati, per essere vicini alle persone, aiutarle a dare un significato a quello che fanno, garantire la loro salute, mediare eventuali conflitti. E chiediamo che sia assicurata in tutta Italia la presenza dei servizi di riduzione del danno nei contesti del divertimento giovanile, come previsto nei Livelli essenziali di assistenza”.
“La nostra federazione – conclude – è impegnata da anni con le sue unità di strada in rave, free party e nei luoghi della movida notturna. E, proprio perché ci siamo, vediamo le criticità che questi contesti presentano (un consumo problematico di alcol e droghe che riguarda un numero ampio di giovani), ma anche gli altri significati di queste molteplici esperienze. Esperienze che sono spesso fortemente travisate da media e opinione pubblica. Anche per questa ragione abbiamo promosso la realizzazione di due podcast sul free party che si è tenuto lo scorso anno nel Viterbese: la rappresentazione dell’evento come di un girone infernale, su cui si sono accumulate nel corso dei giorni numerose fake news, è stata paradigmatica di una reazione inadeguata del mondo adulto. La nostra federazione ha assicurato in quei giorni, con la rete Itardd, una presenza costante all’evento con équipe professionali formate da educatori, assistenti sociali, psicologi, medici e infermieri. Sono stati coinvolti oltre 80 operatori, provenienti da 12 regioni italiane e da servizi omologhi di altri stati europei. Nei due podcast prendono la parola diversi degli operatori che hanno partecipato a questa azione, la più importante mai realizzata in Italia in questi contesti. Con loro, interviene nel podcast lo scrittore Vanni Santoni, che descrive bene cosa sia un evento come quello organizzato a Valentano.”
È possibile ascoltare i due podcast sul nostro account Spotify: “Il rave di Valentano oltre gli stereotipi e le fake news” e “Rave party e riduzione del danno. Le ragioni sociali e politiche di una presenza attiva”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia