Assegno unico: Caltabiano (Anfn), “soddisfatti a metà su contenuti della bozza della legge di bilancio”

Dal 2023 l’Inps corrisponderà alle coppie che avranno messo al mondo un figlio un assegno più “sostanzioso” che accompagnerà la crescita del neonato nel primo anno di vita. Se, invece, la coppia ha già – o diventerà nel prossimo anno – genitrice di almeno tre figli, l’aumento “resterà” per i primi tre anni di vita del bambino. La diffusione della bozza del testo della legge di bilancio 2023 ha finalmente chiarito le novità in tema di assegno unico contemplate nella legge di bilancio, che il Governo intende portare all’attenzione del parlamento per la sua approvazione. Lo ricorda oggi l’Anfn, l’associazione che riunisce e dà voce alle famiglie numerose, che di dice “soddisfatta a metà”. “Prima e durante il Cdm – ricostruiscono Alfredo e Claudia Caltabiano, presidenti nazionali di Anfn – i media davano per certa la volontà del Governo di raddoppiare la maggiorazione forfettaria di 1.200 euro all’anno destinata alle coppie con quattro o più figli. Poi si era fatta strada l’ipotesi di estendere la maggiorazione alle coppie con almeno tre figli”.
“Quando, invece, dopo alcuni giorni, abbiamo visto il testo della proposta governativa – dicono i Caltabiano – ci siamo resi conto che la proposta era diversa da quella che era filtrata prima e durante l’avvio dei lavori in Cdm”. Il Governo, infatti, intende destinare 457,4 milioni di euro alle coppie che, tra il 2022 ed il 2023, hanno o avranno messo al mondo il loro primo o secondo figlio (somma che sarà erogata fino al primo anno di vita del bambino) stabilendo una cifra “prudenziale” di un aumento massimo di 94 euro al mese per l’ultimo arrivato – che andrà a ridursi, comunque, fino a 25 euro nel caso di un valore Isee superiore a 40mila euro.
Ha altresì intenzione di destinare 188,4 milioni di euro a copertura dell’aumento dell’Assegno unico per le coppie genitrici di (almeno) tre figli. Un aumento che accompagnerà il bambino fino al terzo anno di vita. Ma che sarà erogato solo se la famiglia dispone di un Isee inferiore a 40mila euro.
“Le famiglie che rappresentiamo – commentano Alfredo e Claudia Caltabiano – riconoscono che la maggiorazione pensata dal governo Meloni ha un intento promozionale sulla natalità. Ma sono deluse dall’intervento proposto: perché è limitato e non risolve i problemi delle famiglie numerose, le più esposte alla povertà relativa e assoluta, come impietosamente ci conferma l’Istat nel suo report annuale”. Oggi, secondo Caltabiano, metter su una famiglia numerosa “è confinata a scelta privata” e “affidata al coraggio delle coppie”, quando invece la scelta di due genitori di “mettere al mondo molti figli è anche orientata al bene comune: perché un’Italia che si priva di idee e forze fresche è condannata, in poche decine di anni, al suicidio, in quanto incapace di sostenere l’attuale sistema del welfare e più in generale l’economia”.

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