Porto Rico: vescovi alla Camera dei rappresentanti sulle leggi in discussione rispetto all’aborto, “non è questione da decidere con un referendum”

La Conferenza episcopale di Porto Rico, in un lungo e articolato documento diretto alla Camera dei rappresentanti dell’isola (territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America) chiarisce e approfondisce la propria posizione sull’aborto e sui progetti di legge attualmente in discussione nell’assemblea, ricordando anche la recente sentenza della Corte Suprema degli Usa. Il documento prende in esame soprattutto la proposta di legge 1410, che prevede di celebrare un referendum, per chiedere alla popolazione se desidera “riconoscere il diritto alla vita del concepito e allo stesso modo affermare il diritto alla vita della madre, che deve essere garantita, difesa e rivendicata in leggi che devono vietare l’aborto, a meno che non possa essere altrimenti prevista la salvezza di entrambe le vite; o, al contrario, se desideri riconoscere i diritti sessuali e riproduttivi di ogni essere umano, affermando che l’aborto a Porto Rico sarà legale, gratuito e senza restrizioni, secondo standard medici accettabili”. Scrivono i vescovi: “Ci sembra essenziale affermare che il diritto alla vita, compreso quello dell’essere umano nel grembo materno, non dovrebbe essere una questione da decidere alle urne. La vita è sacra in tutte le sue fasi e quindi va protetta incondizionatamente. Tuttavia, se questo provvedimento diventasse legge, esorteremo il nostro popolo a favorire la proposta 1”, che riconosce, appunto, il diritto alla vita del nascituro e si afferma allo stesso modo il diritto alla vita della madre. I vescovi sottolineano, inoltre, che “lo Stato ha il dovere di tutelare i diritti umani delle gestanti con adeguati servizi di salute fisica e psichica, attraverso programmi di cura e assistenza”. Inoltre, “deve estendere la tutela legislativa alle donne in gravidanza. Questo progetto è un passo in quella direzione, che accogliamo con favore”. Si rivolgono, poi alle istituzioni educative, chiamate a educare alla protezione della vita, e a quelle caritative, chiamate a fornire aiuto economico e sostegno emotivo e psicologico alle donne che si trovano ad affrontare il trauma di una gravidanza inaspettata”.

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