Elezioni: Manfredonia (Acli), “segnano uno spartiacque. Non è più il tempo di essere ‘autonomamente schierati’, dobbiamo fare politica”

“Essere stati qui guardando l’esempio di san Francesco è stato e sarà per noi un punto di riferimento al quale guardare nei prossimi mesi di attività. Non è più il tempo di essere ‘autonomamente schierati’. È un tempo nuovo. Non siamo chiamati ad essere soltanto ‘bravi cristiani’ e a vivere la nostra dimensione di Terzo Settore: dobbiamo fare politica”. Lo ha affermato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, nel suo intervento conclusivo al 54° Incontro nazionale di studi delle Acli alla Cittadella Pro Civitate ad Assisi. “In queste giornate abbiamo voluto parlare di vie alla speranza, che noi abbiamo individuato nella dignità e nel lavoro”, ha sottolineato il presidente. “Le Acli devono assumersi la responsabilità in prima persona entrando in modo concreto nel fatto politico. Ogni nostra azione ha a che fare con la politica ma il nostro agire spesso si ferma all’analisi e alla proposta. Dobbiamo fare un passo in avanti”, ha esortato Manfredonia. “Le elezioni di domenica scorsa segnano uno spartiacque, perché per la prima volta una forza politica che viene considerata di estrema destra è risultata la più votata dagli Italiani, e la sua leader – un’altra prima volta – assumerà la guida del Governo”, ha continuato il presidente delle Acli. “Noi – ha assicurato – manteniamo il nostro radicamento nei valori tanto dell’insegnamento sociale della Chiesa quanto della Costituzione, ed è evidente che vigileremo contro ogni possibile attentato a tali valori”. “Nello stesso tempo – ha spiegato –, la costruzione del nostro profilo politico non può pensarsi in contrapposizione alle idee altrui, ma nell’elaborazione delle nostre, e a questo metodo dobbiamo attenerci”. Manfredonia ha garantito che le Acli continueranno a battersi per la dignità di tutti i lavoratori: “Siamo e saremo a fianco di chi è a rischio di impoverimento, dei marginali, dei giovani che affrontano il futuro, di tutti coloro che desiderano essere popolo, un popolo consapevole delle sue istanze, delle sue differenze e di un destino comune”.

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