Crollo adozioni internazionali: Bernicchi (esperta), “aggiornare legge 476/98, rivedere concetto idoneità, ampliare platea soggetti coinvolti”

La legge di riferimento per l’adozione è la 184/83; per le adozioni internazionali si fa riferimento alla 476/98, legge di ratifica della Convenzione de L’Aja. “Da noi la 476/98 è entrata in vigore nel 2000, ma in più di 20 anni sono cambiati bambini e famiglie; qualche ritocco sarebbe necessario, è una legge datata”. Lo afferma in un’intervista al Sir Cinzia Bernicchi, esperta di adozione internazionale e consulente dell’associazione Aibi – Amici dei bambini, secondo la quale bisognerebbe anzitutto “rivedere il significato di idoneità, se deve essere di tipo giudiziario come è attualmente, o se è preferibile immaginare un’idoneità di tipo amministrativo in cui i servizi si mettano al fianco delle famiglie e le seguano in un altro modo”, e “verificare i rapporti tra i soggetti delle azioni inerenti le adozioni internazionali. Nel 2000 si parlava delle quattro gambe del tavolo: la Commissione adozioni internazionali (Cai), i Tribunali per i minorenni, i Servizi sociosanitari e gli Enti autorizzati. Adesso nella Cai sono presenti anche commissari delle associazioni familiari. Altri soggetti importanti la scuola, molto sollecitata negli anni dalle istituzioni, e l’Associazione italiana di pediatria che si è messa a disposizione”.
Sul futuro delle adozioni internazionali Bernicchi afferma: “Non torneremo ai numeri del passato perché è cambiato il mondo. Nei Paesi c’è meno disponibilità di bambini al di sotto di una certa fascia d’età. I minori adottabili sono molto numerosi ma è complesso trovare una famiglia disposta ad accogliere un quattordicenne”. Tuttavia, assicura, “non vogliamo far morire l’adozione internazionale; ci stiamo impegnando tutti per la sua ripresa perché ogni bambino ha diritto ad una famiglia che lo ami”.

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