Beatificazione don Fornasini: card. Zuppi, “ci insegna nelle pandemie a restare cristiani“

“Nella facile tiepidezza della paura don Giovanni ci trasmette, senza lezioni e paternalismi, entusiasmo e passione”. Lo ha detto il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che ieri ha concelebrato con il card. Semeraro la messa di beatificazione di don Giovanni Fornasini, definito dal Papa nell’Angelus di ieri “parroco zelante nella carità”, che “non abbandonò il gregge nel tragico periodo della seconda guerra mondiale, ma lo difese fino all’effusione del sangue”. Al termine il card. Semeraro ha dato lettura della lettera apostolica di beatificazione giunta dalla Santa Sede e firmata da Papa Francesco, nella quale si dà facoltà affinché don Fornasini sia d’ora in poi chiamato con il nome di beato e la sua memoria possa essere celebrata ogni anno il 13 di ottobre, giorno della sua morte. “Tutti in realtà viviamo la condizione umana di insicurezza universale, vertiginosa, e siamo alla ricerca di un equilibrio”, ha proseguito Zuppi nel suo saluto: “Ecco la santità semplice e mite che oggi ci comunica Fornasini, accogliente, generoso, dolce e mite in tutte le occasioni come deve essere il cristiano. Don Giovanni ci insegna nelle pandemie a restare cristiani, cioè umani, attenti alle sofferenze dell’altro”. Al termine del rito è intervenuto don Angelo Baldassarri, a nome del Comitato per la beatificazione di don Fornasini. “Al beato Giovanni – ha detto don Baldassarri – chiediamo che i nostri cuori troppe volte induriti ed estranei agli altri siano ‘riscaldati dall’amore che lui a testimoniato fino all’ultimo’. Don Giovanni ha amato fino in fondo la sua gente con un cuore che sapeva fare spazio a tutti indistintamente e senza paura di compromettersi”.

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