Striscia di Gaza: p. Romanelli (parroco), “attivata rete di aiuto in parrocchia”. Unicef, “57 bambini uccisi”

(Foto: ANSA/SIR)

“I bombardamenti proseguono in tutta la Striscia anche nel Centro città, dove diversi palazzi che si ritenevano al sicuro sono stati colpiti. Purtroppo non ci sono segnali di tregua”. Dopo l’ennesima notte di scontri tra miliziani di Hamas e Esercito israeliano, a parlare al Sir è il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli: “Le persone che restano senza casa crescono di numero. Si stima che siano svariate migliaia gli sfollati interni. Alcuni dei nostri fedeli hanno avuto la loro abitazione danneggiata ma grazie a Dio non registriamo vittime. Come parrocchia abbiamo anche organizzato una piccola rete di aiuto. Stiamo chiamando tutti i nostri cristiani per verificarne le condizioni, portando loro cibo e medicinali. Un occhio particolare lo stiamo rivolgendo ai bambini e agli anziani che hanno bisogno di tranquillità e assistenza. Continuiamo a pregare – conclude – perché finisca questa tragedia che ha portato via la vita a oltre 50 bambini”.

Gaza

Dopo una settimana di lanci di razzi e bombardamenti sono, infatti, almeno 55 nello Stato di Palestina e 2 in Israele i bambini rimasti uccisi. A Gaza, le scuole sono state distrutte, le case e gli uffici sono stati rasi al suolo e intere famiglie sono state sfollate. In Israele, scuole, case ed edifici sono stati danneggiati. “La paura e la distruzione stanno aumentando da entrambe le parti – denuncia il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore –. La violenza, le uccisioni e l’odio devono cessare. I diritti umani internazionali e il diritto umanitario devono essere rispettati. I civili e le infrastrutture civili devono essere protetti. L’unica soluzione è quella diplomatica – per il bene di tutti i bambini e del loro futuro”. Nonostante le violenze in corso, l’Unicef continua a fornire aiuti nella Striscia di Gaza con forniture pre-posizionate, come soluzioni saline, glucosio, antibiotici, soluzioni reidratanti orali, e materiali per la distribuzione e la purificazione dell’acqua. “Chiediamo l’accesso umanitario per portare una maggiore assistenza estremamente necessaria”, conclude Fore.

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