Coronavirus Covid-19: padre Ghezzi (Pime Milano), “non possiamo stare senza l’incontro con l’altro in carne e ossa”

Un appello per il recupero di relazioni umane reali, dopo mesi di relazioni virtuali per l’emergenza sanitaria: a lanciarlo è il direttore del Pontificio Istituto Missioni estere (Pime) di Milano, padre Mario Ghezzi. “Non possiamo stare senza l’incontro con l’altro in carne e ossa – dice -. Se la pandemia non ci ha insegnato questo, abbiamo perso un’occasione fondamentale”.
Il missionario, che ha prestato servizio vent’anni in Cambogia, parla dalle pagine del periodico Pime “Mondo e Missione”, numero di maggio 2021, dove firma gli editoriali.
“I missionari del Pime hanno fatto dell’incontro con i popoli e le persone lo strumento con cui annunciare il Vangelo. La Buona Notizia – spiega il missionario – prende carne proprio nelle relazioni umane che si instaurano con le persone facendo nascere storie di conversione bellissime, spesso commoventi. Cambiando le vite completamente”.
E questa non è teoria, ma esperienza sofferta. Basta pensare, ricorda padre Ghezzi, la prima missione Pime in Papua Nuova Guinea, fallita tra morti e malattie, ma inizio di una storia che dura da 171 anni, “quella di pochi uomini testardi che solcano mari e oceani semplicemente per dire a qualcuno che non li ha chiamati che conoscere Gesù è bello, vale la pena vivere con Lui come compagno di viaggio”.
“Certamente è un bene essere nel mondo digitale per annunciare il Vangelo anche lì – conclude padre Ghezzi -, ma non possiamo rinunciare allo ‘stare’, all’incontro personale e reale, allo scambio di sguardi vero e diretto, perché se ‘il Verbo si è fatto carne’ noi non possiamo prescindere dalla carne. I giovani frequentano le piazze digitali: dobbiamo incontrarli lì per conoscerli e poterli abbracciare per davvero”.

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