Giornata comunicazioni sociali: card. Betori (Firenze), “fenomeno degli influencer paradigmatico della distorsione della comunicazione”

La Giornata delle comunicazioni sociali “quest’anno è illuminata dall’insegnamento del Papa che prende a prestito le parole con cui Gesù si rivolge ai primi discepoli – ‘Vieni e vedi’ (Gv 1,46) – per esortare la comunicazione a porsi di fronte alla realtà in modo limpido e onesto, partendo da una concreta esperienza, lasciandosi guidare dallo stupore di fronte alla realtà, oltre ogni manipolazione e pregiudizio”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, durante la messa che ha presieduto per la solennità dell’Ascensione del Signore in cui si è celebrata la 55ª Giornata delle comunicazioni sociali.
“Nelle parole del Papa – ha spiegato il porporato – si stabilisce un parallelismo tra l’esperienza della fede come esperienza di un incontro e l’esercizio della comunicazione come conoscenza dei fatti nella loro concretezza”. “Sullo sfondo si staglia la minaccia del prevalere di opinioni standardizzate, elaborate nei luoghi di fabbricazione del consenso, sotto l’imperativo del politicamente corretto e degli interessi economici, favoriti dalla velocità e capacità moltiplicativa che caratterizza i moderni mezzi di comunicazione sociale”, ha proseguito Betori, secondo cui “il fenomeno dei cosiddetti influencer è paradigmatico di questa distorsione della comunicazione”.
Continuando nel commento al messaggio del Papa, il cardinale ha sottolineato “l’impegno di quanti lavorano sul campo”, ad esempio per informarci sulle tragedie delle migrazioni”, e di “chi con onestà e competenza demolisce visioni ideologiche che fanno velo alla realtà, non ultimo l’ambito dei problemi riguardanti la natura propria della persona umana e della famiglia”. Betori ha citato diversi passaggi del documento di Francesco, compresa la frase nella quale il Papa ammonisce: “Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere”. “I moniti e gli orientamenti del Papa ci riguardano tutti, operatori e fruitori della comunicazione sociale”, ha concluso il cardinale: “Ci sprona la consapevolezza che anche in questo ambito della vita della società si realizza quel mistero di pienezza dell’incontro tra il divino e l’umano che il Figlio di Dio incarnato e asceso al cielo ci ha donato”.

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