Commissione Ue: piano per l'”economia blu”. Rispetto ambientale, biodiversità, nuove tecnologie e occupazione

“Tutti i settori dell’economia blu, compresi la pesca, l’acquacoltura, il turismo costiero, i trasporti marittimi, le attività portuali e la costruzione navale, dovranno ridurre il proprio impatto ambientale e climatico”. Lo afferma la Commissione europea presentando una comunicazione per un’economia blu sostenibile e delle linee guida per l’acquacoltura. Un’economia blu sostenibile è “essenziale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo” e garantire una ripresa ambientale e inclusiva. “Dobbiamo cambiare rotta e sviluppare un’economia blu sostenibile in cui la protezione dell’ambiente e le attività economiche vadano di pari passo”, ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Frans Timmermans. Affrontare i cambiamenti climatici e i rischi per la biodiversità richiede “mari sani e un uso sostenibile delle loro risorse per creare alternative ai combustibili fossili e alla produzione alimentare tradizionale”, afferma la Commissione Ue. La transizione verso un’economia blu sostenibile richiede “investimenti in tecnologie innovative”. “La salute degli oceani è una condizione preliminare per una fiorente economia blu – ha aggiunto Timermans –. L’inquinamento, la pesca eccessiva e la distruzione degli habitat, insieme con gli effetti dei cambiamenti climatici, minacciano una florida biodiversità marina da cui dipende l’economia blu”.
In particolare, l’Ue, per raggiungere i propri obiettivi climatici, intende sviluppare l’energia rinnovabile offshore, decarbonizzando il trasporto marittimo e rendendo i porti più verdi. Secondo i dati raccolti dall’Ue, “un mix di energia oceanica sostenibile che includa l’energia eolica, termica, del movimento delle onde e delle maree potrebbe generare un quarto dell’elettricità dell’Ue nel 2050”. Inoltre, Bruxelles sostiene che “i porti sono cruciali per i collegamenti e l’economia delle regioni e dei Paesi europei e potrebbero essere utilizzati come hub energetici”. Altre azioni riguardano il passaggio a un’economia circolare riducendo l’inquinamento di plastica e microplastica proveniente dalle imbarcazioni. Bruxelles intende sostenere lo sviluppo di infrastrutture verdi nelle aree costiere e la tutela dei litorali dal rischio di erosione e inondazioni per “preservare la biodiversità e i paesaggi”. Secondo la Commissione Ue nuove opportunità possono arrivare in futuro proprio dall’economia blu: “L’energia che proviene dalle onde e dalle maree, la produzione di alghe, lo sviluppo di attrezzi da pesca innovativi o il ripristino degli ecosistemi marini creeranno nuovi posti di lavoro e imprese verdi nell’economia blu”.
Secondo l’ultima relazione sull’economia blu, i settori tradizionali dell’economia blu (mari e oceani, coste, pesca, alimentare, turismo…) occupano direttamente 4,5 milioni di persone e generano un fatturato di oltre 650 miliardi di euro.

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