Linee guida Regione Lazio: Articolo 26, “sospendere iniziativa prevista per il prossimo anno scolastico”

“Con una supposta inclusione di allievi con ‘varianza di genere’, si legittima un approccio ideologico ai gender studies nella scuola pubblica”. È quanto denuncia Articolo 26, un’associazione no profit, membro del Fonags – il Forum nazionale delle associazioni dei genitori nella scuola presso il Miur – e dell’Epa – European Parents’ Association -,in una nota in cui stigmatizza le linee guida “Strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini con varianza di genere”, diffuse dalla regione Lazio. Nella nota si chiede “al Miur e alla politica tutta un intervento immediato e la sospensione dell’iniziativa prevista per il prossimo anno scolastico”. “Il documento – si legge nella nota dell’associazione – oltre a proporre soluzioni relazionali e organizzative invasive e dannose – dai bagni ‘neutri’ all’abolizione dei pronomi maschili e femminili – impone di fatto a livello formativo e culturale la teoria gender, un approccio non pienamente condiviso e contestato anche a livello scientifico e sociale. Si pretende di dare per acquisito per tutti il superamento del concetto di ‘binarismo sessuale’ che prevede l’esistenza di soli 2 generi per accogliere quello di ‘spettro di genere’  con una forma di ‘inclusione’ che esclude la maggioranza”. “Per includere non serve necessariamente la condivisione di certe idee sessuali, ma basta la reciproca accettazione tra individui senza dover conformare totalmente la cultura di una scuola e di una società”, si ricorda nella nota, in cui i firmatari denunciano che “queste linee guida impongono in modo totalitario una visione antropologica azzerando tutte le altre. Sono queste le iniziative contro l’omofobia che il ddl Zan, se approvato, imporrebbe in tutta Italia?”.

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