Germania: mons. Schick (Bamberga), “i cristiani non vogliono lasciare la loro patria siriana ma non hanno prospettive di pace e sicurezza”

Mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberga e presidente della commissione per la Chiesa mondiale della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), ha rilasciato un comunicato stampa in relazione al decimo anniversario della guerra civile in Siria: “Mentre in Germania stiamo ancora cercando di padroneggiare le sfide della pandemia, la fuga, lo sfollamento, la fame e la morte continuano senza sosta nelle zone di guerra del Medio Oriente”. Schick fa appello a un rinnovato grande impegno della comunità mondiale per soluzioni diplomatiche: “In Siria infuria una guerra, che ora appare nell’agenda politica solo di tanto in tanto. Tuttavia, è essenziale promuovere in modo continuo e vigoroso i negoziati internazionali per alleviare almeno le sofferenze della popolazione civile”. Schick chiede l’apertura di vie umanitarie: “Damasco e i suoi alleati Russia e Iran, ma anche la Turchia, devono garantire che gli aiuti umanitari siano forniti a tutti i bisognosi senza distinzione”. Considerando come le sanzioni europee abbiano aggravato la situazione della popolazione, il presule ne richiede la rimodulazione. Schick ha inoltre rinnovato l’allarme sull’esodo dei cristiani: “Non vogliono lasciare la loro patria siriana. Ma una vita di sicurezza e pace che vogliono per se stessi e per i loro figli non è attualmente in vista. Solo quando la stabilità politica e la protezione dall’arbitrio e dalla violenza apriranno anche opportunità economiche, la partenza dei cristiani diminuirà”. Per l’arcivescovo “è importante lavorare per una migliore protezione della popolazione, sicurezza giuridica e stabilità, con piccoli passi e un atteggiamento di solidarietà”.

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