Abusi in Francia: vescovi in assemblea prendono provvedimenti e invieranno lettera a nazione, “proviamo rabbia ma soprattutto vergogna”

Provvedimenti importanti volti a cambiare il rapporto delle istituzioni ecclesiastiche con le vittime, l’organizzazione della Conferenza episcopale affinché “la prevenzione sia iscritta al centro delle attività pastorali”, e i mezzi di indagine sui fatti denunciati perché siano ricostruiti nel modo “più giusto ed efficace”. L’operazione trasparenza della Chiesa cattolica di Francia parte da qui ed è contenuta in una serie di 11 risoluzioni che verranno pubblicate a breve e saranno accompagnate da una lettera rivolta “a tutti i cattolici in Francia e a tutti coloro che desiderano leggerla” in cui “per la prima volta” i vescovi francesi prenderanno la parola insieme e sulla piaga degli abusi commessi. È quanto ha annunciato questa mattina mons. Eric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente dei vescovi francesi, nel discorso pronunciato in diretta tv su Kto, a chiusura dell’Assemblea plenaria di primavera che si è svolta questa settimana al Santuario mariano di Lourdes. I vescovi si erano riuniti alla fine di febbraio in un’assemblea straordinaria per discutere sui provvedimenti da prendere. Le “cifre” delle persone vittime di abuso sono importanti. Quest’anno, in autunno, la Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica (Ciase) presenterà il suo rapporto ma già all’inizio di marzo ha rivelato la portata dell’inchiesta. Nel giugno del 2019, la Ciase aveva lanciato un appello alle persone vittime di abuso affinché trovassero il coraggio di testimoniare e denunciare. Nel giro di soli 17 mesi, la Commissione ha ricevuto 6.500 chiamate, permettendo di identificare 3.000 vittime. Si tratta però di una cifra da considerarsi in difetto: a detta del presidente della Commissione Jean-Marc Sauvé, il numero delle vittime potrebbe salire a 10.000, considerando che l’appello lanciato dalla Ciase potrebbe aver raggiunto solo una piccola percentuale di persone. La stragrande maggioranza di questi abusi risalgono comunque agli anni ’50-’60 (il 30% delle vittime che hanno contattato il Ciase aveva più di 70 anni).

I vescovi di Francia sono corsi ai ripari per dare impulso ad un processo di trasparenza che avevano avviato nel 2016, “prendendo coscienza che la nostra azione non era all’altezza della realtà”, ha detto oggi mons. de Moulins-Beaufort. “Abbiamo cercato di capire cosa Dio si aspettava da noi, dalla nostra generazione di vescovi” e “abbiamo cercato di capire come fare del bene alle vittime che hanno sofferto così tanto, non solo per la violenza e le aggressioni sessuali subite ma anche per l’indifferenza, l’incapacità” di capire e ascoltare quanto hanno vissuto e sopportato. “Proviamo rabbia – ha quindi aggiunto il presidente dei vescovi francesi – ma soprattutto tristezza e vergogna al pensiero che dei sacerdoti hanno potuto usare il potere che Cristo aveva dato loro e che la Chiesa aveva affidato loro per compiere opere di morte sui bambini e sui giovani”. La Lettera si rivolgerà quindi alle vittime assicurando loro che “la loro parola è e sarà presa sul serio”; ai fedeli cattolici di Francia che nell’apprendere queste violenze e crimini, sono “scioccati, delusi, sconvolti” e ai preti di Francia, anche loro inorriditi dagli atti commessi da loro confratelli.

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